«Con l’Assemblea di oggi ha termine il mio mandato. In Abi ho trascorso quattro anni di lavoro intenso e ho vissuto un’esperienza che mi ha umanamente e professionalmente arricchito». Negli «anni duri» della crisi finanziaria e di una recessione «tra le più profonde di sempre, mi sono sforzato di ispirare i comportamenti dell’Associazione ai valori del dialogo, della collaborazione, del confronto», talvolta «aspro ma sempre corretto».
Così Corrado Faissola nel suo ultimo discorso oggi davanti all’assemblea Abi, che fra l’altro festeggia i 50 anni. Seguono parole di ringraziamento a politici, istituzioni, enti e associazioni, e «un sincero augurio di fruttuoso lavoro nell’interesse delle banche e del paese» a Giuseppe Mussari, il nuovo presidente.
Da oggi, dunque, inizia ufficialmente l’era Mussari ai vertici dell’associazione delle banche italiane. Già membro del consiglio e del comitato esecutivo dell’Abi, come è noto, arriva dai vertici del Monte dei Paschi di Siena, di cui è diventato presidente nel 2006 dopo essere stato alla guida della Fondazione Mps. Una laurea in giurisprudenza e un passato da penalista che lo ha anche portato al vertice della camera penale senese, ha fatto parte del board e ha presieduto vari enti e società.
Oggi, a margine dell’assemblea terminata con l’ufficializzazine della sua nomina, ha definito «ottimo» lo stato delle banche italiane e ha espresso fiducia nell’esito degli stress test europei sugli istituti italiani. Su questo si sono dimostrati d’accordo un po’ tutti i massimi vertici del sistema del credito, dal governatore di Bankitalia Mario Draghi, allo stesso Faissola.
Il presidente uscente allo stato di salute degli istituti nel paese ha dedicato ampio spazio. «Durante la crisi – ha spiegato – le nostre banche non hanno tirato i remi in barca, in attesa che il ciclo ripartisse. Hanno operato per contrastare la recessione in un contesto segnato da una decisa riduzione della domanda di credito per investimenti».
Tre i dati maggiormente rilevanti: aver evitato il credit crunch, l’aver sopportato «un aumento significativo delle sofferenze», aver mitigato il peggioramento della qualità dell’attivo. Oggi il credito alle famiglie ha ricominciato a crescere (+7,8% annuo a fine maggio), a un ritmo superiore al resto di Eurolandia, e comincia ad attenuarsi il ritmo di contrazione dei finanziamenti alle imprese (-1,5% a fine maggio), anche qui più che nel resto d’Europa (-3%).
I tassi d’interesse praticati a famiglie e imprese sono «in genere inferiori a quelli che si riscontrano in media nell’area dell’euro». Il lascito più pesante della crisi è il deterioramento della qualità del credito. Comunque sia, «le indicazioni finora disponibili sui risultati degli stress test» confermano «l’elevato grado di resistenza dell’industria italiana a shock macrofinanziari, eccezionali ma plausibili».
Faissola ha definito «intenso e straordinario» l’impegno delle banche per sostenere imprese e famiglie. Draghi ha sottolineato la necessità che «le banche stiano più vicine alle imprese, soprattutto quelle piccole e medie». Sulla stessa linea il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
L’assemblea si è conclusa appunto con le nomine. La squadra di Mussari è completata da quattro vipcepresidenti: Antonio Patuelli (Cr Ravenna) nel ruolo di vicario, Corrado Sforza Fogliani (Banca di Piacenza), Guido Rosa (Aibe) e Giovanni Pirovano (banca Mediolanum). A integrare il comitato esecutivo come «invitati permanenti» ci saranno il responsabile per le relazioni sindacali Francesco Micheli (Banca Biis) e quello per le piccole banche Camillo Vanesio (Banca del Piemonte). «Con loro posso sbagliare molto meno di quanto potrei fare da solo», ha commentato Mussari.