Stipendio medio: due milioni e mezzo. È la cifra che si ricava da uno studio realizzato dall’ufficio studi della Uilca, sindacato dei bancari, sulle retribuzioni dei top manager di Piazza Affari. In realtà, si tratta di un numero teorico, che risulta da un semplice calcolo matematico.
L’indagine ha esaminato i compensi di 42 top manager, presidenti o amministratori delegati, di 29 società quotate a Milano. La somma delle retribuzioni è pari a 105 milioni 383mila euro. Dividendola per il numero dei dirigenti, 42 appunto, si ottiene lo stipendio medio, per l’esattezza 2 milioni 509 mila euro.
Al di là di questo calcolo, l’indagine esamina poi gli stipendi effettivamente percepiti nel 2009 dai singoli top executive del campione, comprensivi di parte fissa e variabile, secondo quanto risulta dai bilanci societari.
Il più pagato è stato il presidente della Pirelli, Marco Tronchetti Provera, che ha guadagnato 5 milioni 664mila euro. Al secondo posto, l’allora presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo, con 5 milioni 177mila euro. E dopo di lui l’ex presidente delle Generali, Antoine Bernheim, anch’egli sopra i 5 milioni (5,084). Scende invece sotto questa soglia il Ceo Fiat, Sergio Marchionne, che ha ricevuto 4 milioni 782mila euro, poco più del presidente di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini, 4 milioni 712mila euro.
Sopra i 4 milioni anche il compenso di Paolo Scaroni (4,272 mln). Ma attenzione, fra questi 42 manager non sono compresi i top executive delle banche, ai quali è destinata una sezione speciale della ricerca. Fra i banchieri, il più pagato è l’ormai ex Ceo di Unicredit, Alessandro Profumo, che ha guadagnato 4 milioni 782mila euro, seguito dal collega di IntesaSanPaolo, Corrado Passera, con 3 milioni 811mila euro.
Il totale dei compensi dei banchieri degli istituti presi in esame (11 in tutto), è pari a 27 milioni e 556mila euro, di cui 18,680 sono andati agli amministratori delegati e 8,886 ai presidenti. L’inchiesta rileva come in questi ultimi tre anni gli stipendi dei banchieri siano diminuiti. Nel 2007, il totale delle buste paga dei Ceo degli istituti di credito era pari a 30 milioni 982mila euro. L’anno che ha registrato il più forte decremento è stato il 2008, quando la somma è scesa a 20 milioni 927mila euro.
Andamento al ribasso anche per gli stipendi dei presidenti, pur con cifre diverse: 11,424 milioni nel 2007, 10,350 nel 2008, quindi la riduzione più evidente in questo caso è avvenuta fra il 2008 e il 2009.
Anche i compensi dei due banchieri più pagati, Profumo e Passera, sono scesi fra il 2007 e il 2009, ma con una progressione diversa rispetto al dato generale. Nel 2007 l’amministratore delegato di Piazza Cordusio aveva guadagnato 9 milioni e 18mila euro, quindi molto più dell’anno scorso, scendendo a 3,48 milioni nel 2008 (nel 2009 quindi il suo stipendio è un po’ risalito). Il numero uno della Ca de Sass non ha registrato particolari variazioni nel triennio: 3,061 mln nel 2008, 3,790 nel 2007.
In generale, lo stipendio dei banchieri ha una parte fissa che rappresenta l’80%, mentre il restante 20% è variabile. Per i presidenti, invece, la parte fissa è più alta, il 90%.
Nel settore, la retribuzine media di un ad nel 2009 è stata 61 volte più alta dello stipendio medio del dipendente, mentre il rapporto nel 2008 era di 68 volte. Quanto ai presidenti, retribuzione 29 volte superiore a quella media di un lavoratore.
Nell’intera Piazza Affari, l’indagine rileva che almeno 150 dirigenti delle società quotate hanno guadagnato almeno un milione di euro, 44 hanno superato i due milioni, 24 più di tre milioni, mentre sono 10 i top che hanno preso più di 4 milioni.