Era già amministratore delegato, e ora il CEO di Fiat Sergio Marchionne è diventato anche presidente di Chrysler. Lo ha annunciato la casa automobilistica di Detroit, di cui il Lingotto ha da qualche mese il pieno controllo (dopo l’acquisto nel gennaio del 2009). Non è l’unica novità nel board della controllata americana, in cui entrano due nuovi direttori indipendenti.
Si tratta di Leo W. Houle e John B. Lanaway, che sostituiscono i dimissionari C. Robert Kidder (presidente uscente), George F.J. Gosbee e Scott M. Stuart. L’avvicendamento ha effetto immediato. Marchionne ringrazia Bob Kidder per essere stato «un solido punto di riferimento negli ultimi due anni» e gli altri due consiglieri uscenti, e accoglie con un caloroso benvenuto i due entranti, sottolineandone la «rispettata e rinosciuta professionalità» nonchè le doti di «leadership» che forniranno un contributo importante nel «raggiungimento degli obiettivi delineati nel business plan 2010-2014 presentati nel novembre del 2009».
Il valzer di nomine, e in particolare il fatto che Marchionne abbia inglobato anche la carica di presidente del socio americano, rappresenta l’accresciuto peso di Fiat in Chrysler. Il Lingotto ha acquisito la maggioranza assoluta (è al 53,5% del capitale), nel luglio scorso dopo aver rimborsato i prestiti al governo americano e a quello canadese. Entro fine anno prevede di incrementare ulteriormente la propria quota al 58,5%, acquisendo un altro 5% in base all’ultimo degli obiettivi previsti dall’accordo con Chrysler, lo sviluppo di una vettura a basso consumo di carburante.
Dopo aver superato la maggioranza assoluta nei mesi scorsi, Fiat ha ottenuto il diritto di nominare la maggioranza dei nove consiglieri del board di Chrysler.
Nella nota con cui annuncia le nomine, Marchionne non manca di sottolineare che «il rimborso dei prestiti governativi con sei anni di anticipo e il rifinanziamento del debito rinforzano la convinzione di essere sulla strada giusta per ricostruire la società e ricollocarla al posto giusto nel panorama dell’industria mondiale dell’auto nell’ambito della cornice dell’alleanza globale» fra Torino e Detroit.
Entrambi in consiglieri entranti erano dal 2006 nel cda di Cnh, la controllata di Fiat nei macchinari agricoli. Houle ha un passato come top manager in una serie di big company d’oltreoceano, fra cui Bce Inc e Bell Canada, la più grande società di tlc canadese, e Algroup. Lanaway ha ricoperto posizioni di vertice in McCann Erickson e in Ogilvy, entrambi colossi della comunicazione.
Intanto, sempre riguardo a Fiat, c’è da registrare una notizia che invece riguarda l’Italia, e per la precisione lo stabilimento di Termini Imerese. Le indiscrezioni di ieri sono state confermate con l’accordo con la DR Motor. L’azienda della famiglia molisana Di Risio subenterà quindi al Lingotto rilevando il settore automotive. Lo hanno annunciato oggi il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo.