Cgil shock: scudo fiscale alle imprese che evadono

di Floriana Giambarresi

16 Aprile 2012 12:00

Paolino Barbiero della Cgil di Treviso propone uno scudo fiscale per quelle aziende che si autodenunciano, ma tante le reazioni negative.

Paolino Barbiero della Cgil di Treviso ha suggerito una proposta definita shock da più parti: vuole offrire uno scudo fiscale a quelle imprese del comparto del legno che autodenunciano le proprie irregolarità nel campo delle tasse e che consenta loro di aderire ad un piano di rientro che possa non compromettere la loro operatività industriale.

Preoccupato per gli effetti sull’occupazione nelle aziende colpite dalla campagna anti evasione guidata dalla Guardia di Finanza, la Cgil vuole pertanto mettere sul piatto una proposta che possa salvare gli imprenditori messi all’angolo.

Spiega il segretario della Cgil: «Non si tratta di varare un salvacondotto, né uno scudo fiscale interno: siamo sempre stati contro i condoni tombali e forme di impunità di questo genere. Sempre più imprenditori, però, sembrano intenzionati a mollare la presa una volta pizzicati dalla Guardia di Finanza, con perdita secca di posti di lavoro. Un lusso che non ci possiamo permettere vista la crisi imperante e l’emorragia occupazionale che ci sta sommergendo. Propongo quindi di creare una piattaforma condivisa prima di tutto a livello veneto tra sindacati, rappresentanti delle imprese, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Procure, per offrire una sorta di incentivo a chi si autodenuncia, atto al quale deve seguire quindi uno sconto sulle pene e sulle sanzioni. Il nostro compito deve essere quello di far emergere una volta per tutte il sommerso e l’evasione, stimolando gli investimenti degli imprenditori che devono capire una volta per tutte che la musica è cambiata. Per sempre».

Quattro i passaggi suggeriti da Paolino Barbiero, ovvero l’autodenuncia da parte di quell’impresa che ha evaso, la garanzia di non avere altri controlli, l’inasprimento delle verifiche per coloro che non si autodenunciano e, infine, un sistema che vada a premiare gli onesti.

«Gli imprenditori che hanno evaso devono pagare per le loro malefatte ma se non offriamo loro una seconda occasione per ripartire rischiamo di sbriciolare un intero tessuto industriale con perdite massicce di posti di lavoro» ha sottolineato Barbiero a margine dell’assemblea della Fillea, ovvero quel settore – del legno – dove si è visto un incremento della caccia agli evasori fiscali.

La proposta ha però suscitato varie reazioni negative nella Camera del Lavoro: spiega il segretario veneto Emlio Viafora che “è in assoluto contrasto con la linea della Cgil: l’evasione e il lavoro nero non possono trovare giustificazioni e, anzi, abbiamo chiesto forme ancora più incisive di lotta contro chi non paga le tasse. Siamo preoccupati che le pratiche illegali finiscano per scaricarsi sulle spalle dei lavoratori, ma pensiamo non siano utili né condoni né altri sconti sulle sanzioni, semmai la percorribilità dei contratti di emersione a fronte di autodenunce di lavoratori in nero”.