Aumenta l’internazionalizzazione delle aziende italiane e si prevede un aumento del giro d’affari di chi già opera anche sui mercati d’oltreconfine. A dirlo è una ricerca che Regus, società attiva in tutto il mondo con soluzioni per gli spazi di lavoro, ha condotto su oltre 12.000 società in tutto il mondo.
Ebbene: il 69% delle aziende italiane che operano a livello locale sta pianificando un’espansione all’estero, mentre il 90% delle aziende italiane che operano già in un contesto internazionale è in continua espansione. La disparità tra le percentuali dimostra che operare in mercati internazionali è sicuramente positivo per gli affari e dovrebbe essere presa immediatamente in considerazione dalle aziende nazionali che desiderano affermarsi in mercati fortemente competitivi.
In particolare:
· Il 24% delle società afferma che l’ostacolo maggiore all’internazionalizzazione è rappresentato dalle difficoltà a cui va incontro un’azienda che decide di aprire una sede in un paese straniero
· Il 68% delle aziende ritiene anche che, quando si apre un’attività all’estero, gli impegni in campo immobiliare devono essere a breve termine, in quanto non è possibile stabilire in anticipo la velocità con cui l’azienda crescerà.
· I pareri in merito alla provenienza dei dirigenti di livello più alto sono discordanti: il 33% ritiene che debbano provenire dal paese in cui ha sede la casa madre, mentre il 67% opterebbe per dirigenti locali
· Anche le competenze linguistiche sono oggetto di dibattito: il 61% degli intervistati, infatti, considera l’ottima conoscenza della lingua locale un requisito fondamentale
Mauro Mordini, direttore Regus Italia, ha commentato così: “Questo report dimostra che, nel clima economico attuale, le aziende italiane che hanno diversificato la propria attività all’estero godono di una situazione più favorevole e dinamica rispetto a quelle che sono rimaste dentro i confini nazionali. Ciò riguarda sia le grandi che le piccole società e deve servire come campanello d’allarme per quelle aziende che si rivolgono ancora esclusivamente al mercato interno, per trovare modalità efficaci e vantaggiose per superare i confini nazionali, incrementare i profitti e diversificare il rischio. Le decisioni relative alla scelta tra un manager locale o proveniente dal Paese in cui ha sede la casa madre sono critiche e crediamo che dipendano principalmente da come vengono gestite le vendite, ovvero se vengono gestite attraverso pochi importanti distributori o se è necessario un contatto diretto con una vasta gamma di clienti”.