Fiat ha ufficialmente annunciato di aver acquisito un altro 3,32% di Chrysler e di essere pertanto arrivata a possedere il 61,8% della Casa auto statunitense. La transazione fa seguito a un accordo siglato nel 2009 che prevedeva che dal 1° luglio 2012 l’azienda fondata dalla famiglia Agnelli potesse esercitare l’opzione di acqusito di una porzione della partecipazione che Veba possiede nel costruttore del Michigan. Il diritto di Fiat può essere esercitato con cadenza semestrale e per 4 anni a un prezzo legato a “un multiplo di mercato (non eccedente il multiplo di Fiat) applicato all’EBITDA di Chrysler degli ultimi 4 trimestri, meno il debito industriale netto”.
Veba, lo ricordiamo, è un fondo pensionistico e sanitario gestito dal sindacato Uaw (United Auto Workers) di cui fanno parte le maestranze di Chrysler e gli ex dipendenti dell’azienda. In futuro, è probabile che le quote attualmente in mano di Veba finiscano tutti in Casa Fiat che – nel giro di qualche anno – arriverà a possedere il 100% della Casa Usa, che pertanto sarà fusa con lo storico brand italiano fino a formare uno dei maggiori gruppi mondiali attivi nel settore automotive.
Il perfezionamento dell’operazione – che era stata preannunciata da Sergio Marchionne in occasione di un viaggio in Cina a fine maggio – è previsto nelle prossime settimane, mentre la seconda opzione per Fiat scatterà il 1° gennaio prossimo. Per Fiat, questa acquisizione significa aver effettuato un buon investimento (circa 200 milioni di euro) perché dopo il primo semestre del 2012 – e probabilmente anche nel secondo – i risultati economici di Chrysler sono stati migliori di quelli del Lingotto, alle prese con una crisi di vendite che tocca soprattutto l’Europa ma non gil altri continenti.
A proposito di vendite, a giugno il gruppo del Michigan ha venduto negli Stati Uniti 144.811 auto, con una crescita del 20% rispetto allo stesso mese del 2011 quando furono immatricolate 120.394 vetture. Con questo risultato, l’azienda incamera il 27° mese consecutivo di crescita, segno che la cura Marchionne – unita a un andamento positivo del settore – ha dato i suoi frutti.
Ancora meglio i dati relativi al secondo trimestre, con vendite che sono aumentate del 24% rispetto allo stesso periodo del 2011. Se Fiat scende in Italia, sale invece negli Stati Uniti, dove a giugno ha più che raddoppiato le vendite segnando un +122% rispetto a un anno fa. Che il brand torinese vada forte oltre Atlantico lo dimostra il fatto che nel primo semestre del 2012 le 20.706 vetture Fiat consegnate nella confederazione a stelle e strisce sono addirittura superiori a quelle immatricolate nell’intero 2011.