Gli interessi applicati dalle banche sui prestiti concessi ai privati hanno raggiunto tassi molto elevati, una situazione che si replica anche per quanto riguarda i finanziamenti alle imprese caratterizzati da tassi di interesse che raggiungono quota 25%.
=> Mutui alle famiglie raddoppiati nel 2015
Lo sottolinea il Centro studi Unimpresa dopo aver analizzato i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, mettendo in evidenza come responsabile di questo innalzamento dei tassi sia dovuto alla riduzione del costo del denaro voluta dalla BCE.
«Il drastico taglio del costo del denaro deciso dalla Banca Centrale Europea – si legge nella nota diffusa da Unimpresa – non ha effetti positivi allo sportello: famiglie e imprese continuano a ottenere finanziamenti, sempre meno, a prestiti e condizioni insostenibili: l’inasprimento dei tassi, peraltro, è una tattica praticata dalle banche anche per ridurre la stessa domanda di crediti.»
Entrando nel vivo delle cifre, per i prestiti alle famiglie (cessione del quinto di stipendio o pensione) i tassi di interesse medi sono pari al 12,20% (per finanziamenti che non superano i 5mila euro) o al 10,99% (in caso di prestiti di importi superiori a 5mia euro), con una soglia d’usura pari al 19,25% e al 17,73%.
Altri dati riguardano il credito al consumo (tasso medio del 12,11% o del 9,68% a seconda dell’importo erogato), i mutui ipotecari a tasso fisso (interessi medi del 3,60%) o a tasso variabile (2,83%), i crediti personali (tasso medio applicato all’11,33%).