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Un anno di Covid-19, anche per le imprese: riassunto della pandemia

di Anna Fabi

Pubblicato 24 Febbraio 2021
Aggiornato 1 Marzo 2021 14:48

A un anno dall'arrivo del Covid-19 facciamo il punto sulla pandemia, con un riassunto dell'evoluzione in Italia: numeri e conseguenze, anche per le PMI.

È passato un anno da quando il Coronavirus ha fatto il suo ingresso in Italia. Era la sera del 20 febbraio 2020 quando all’ospedale di Codogno si presentava un uomo di 38 anni, ricercatore di una multinazionale con base a Casalpusterlengo, Mattia Maestri, con una polmonite grave, con sintomi riconducibili al Covid-19. Il 21 febbraio 2020 veniva annunciato il paziente 1 in Italia per contagio da Sars-CoV2. Maestri veniva poi dimesso il 25 marzo dopo tre settimane di terapia e quattro di ricovero. Da quel momento, in Italia hanno iniziato ad esplodere i primi focolai che poi hanno portato alla situazione di emergenza ancora in atto ed al primo severo lockdown. In occasione di questa triste ricorrenza facciamo un breve riassunto della crisi da Covid-19 dal punto di vista delle PMI, analizzando cosa è accaduto nel Paese in un anno di Coronavirus, tra numeri, misure restrittive e conseguenze per le imprese e l’economia.

=> Il costo del Coronavirus per le tasche degli italiani

Covid-19 il riassunto delle origini

Facciamo prima un passo indietro e vediamo, prima di arrivare in Italia, quale è stata l’evoluzione del Coronavirus, ovvero le sue origini:

  • il 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) ha segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità un cluster di casi di polmonite a eziologia ignota nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei;
  • il 9 gennaio 2020, il CDC cinese ha riferito che è stato identificato un nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) come agente causale della malattia respiratoria poi denominata Covid-19. La Cina ha reso pubblica la sequenza genomica che ha permesso la realizzazione di un test diagnostico;
  • il 30 gennaio 2020 l’OMS ha dichiarato l’epidemia di Coronavirus in Cina Emergenza internazionale di salute pubblica;
  • il 28 febbraio 2020 l’OMS ha elevato a livello “molto alto” la minaccia per l’epidemia di Coronavirus a livello mondiale;
  • l’11 marzo 2020 il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che la diffusione del Covid-19 era ormai diventata una pandemia diffusa in tutto il pianeta.

=> Mappa Coronavirus: la diffusione nel Mondo a febbraio 2021

Covid-19 il riassunto di un anno in Italia

Tornando a noi, dopo la Cina l’Italia è il primo Paese che si è trovato a fare i conti con il nuovo Coronavirus, con gli ospedali che hanno iniziato a riempirsi in Lombardia e l’Italia che diventa il nuovo epicentro del virus che si diffonde in tutte le Regioni, nonché negli altri Paesi del Mondo, bloccando il movimento di persone e l’economia. In Italia:

  • il 30 gennaio 2020 vengono sospesi tutti i voli da e per la Cina;
  • il 31 gennaio 2020 l’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, conferma i primi due casi di contagio riscontrati in Italia, due turisti cinesi, e dichiara l’emergenza sanitaria nazionale;
  • il 19 febbraio si gioca a San Siro la partita di Champions League tra Atalanta-Valencia, alla quale assistono cinquantamila bergamaschi. Per molti questa è stata la “partita zero” che, ignari della presenza del Coronavirus in Italia, ha portato i cittadini della città di Bergamo ad essere la popolazione italiana tra le più colpite dal virus in Italia;
  • il 21 febbraio viene annunciato il primo paziente positivo al Coronavirus in Italia, seguito a stretto giro da altre 14 persone. La prima vittima del Coronavirus nel nostro Paese fu un uomo veneto, di Vo’ Euganeo, Adriano Trevisan, 77 anni, morto nell’ospedale di Padova il 21 febbraio 2020 per via del virus. L’Italia iniziava ad accorgersi che il nuovo Coronavirus era (ed è) molto più pericoloso di una pesante influenza, come era stato definito da alcini all’inizio;
  • 23 febbraio scattano le prime “zone rosse” in 11 Comuni italiani tra Lombardia e Veneto, tra cui Codogno e Vo’ Euganeo: viene fatto divieto di accesso o di allontanamento dal territorio comunale e vengono sospesi eventi e manifestazioni di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale. Prese il via in quel momento il rituale quotidiano in cui il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ogni sera alle 18 leggeva il “bollettino” con i numeri dei nuovi contagi.

A marzo 2020 la situazione in Italia precipita, aumentano i casi e i decessi:

  • il 4 marzo annuncia la sospensione delle attività scolastiche in tutta Italia;
  • il 7 marzo il Governo chiude la Lombardia, per via del numero crescenti di casi. Inizia il dramma della città di Bergamo dove si conteranno poi migliaia di vittime. In molti, per evitare di rimanere chiusi nelle proprie case al Nord partono verso i luoghi di origine, nel Sud, portando anche lì il virus;
  • il 9 marzo il Governo chiude il Paese intero: tutta l’Italia è in lockdown;
  • 17 marzo, il Governo vara le prime misure di sostegno all’economia del Paese con il Decreto Cura Italia da 25 miliardi di euro che diventerà operativo ad aprile 2020;
  • il 27 marzo in Italia si registra un infausto record con 86mila casi, un numero più alto del totale comunicato dalle autorità cinesi, e 969 morti avvenute lo stesso giorno, il numero più alto dall’inizio dell’epidemia;
  • il 28 marzo il numero di contagi negli USA supera quello dell’Italia;

=> Mappa Coronavirus: la situazione in Italia a febbraio 2021

Ad inizio aprile 2020 la curva dei contagi inizia, lentamente, a scendere, e si registra un calo del numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva: Le conferenze stampa con i bollettini Covid-19 della Protezione Civile iniziano ad avere cadenza settimanale e verranno poi sospese definitivamente il 30 aprile.

  • il 3 aprile rappresenta il record per l’Italia in quanto a numero di ricoverati in terapia intensiva: 4068;
  • il 7 aprile viene varato il Decreto Liquidità a sostegno soprattutto delle imprese travolte dall’emergenza economica generata dalla pandemia e dalle misure restrittive che ne sono conseguite.
  • il 4 maggio 2020 l’Italia esce dalla fase 1 di lockdown ed entra ufficialmente nella fase 2: 4 milioni di italiani tornano al lavoro e i movimenti vengono nuovamente consentiti anche per far visita a familiari e congiunti nella stessa regione;
  • il 19 maggio 2020 viene approvato il Decreto Rilancio da 55 miliardi;
  • l’11 giugno 2020 in Italia inizia la fase 3: cadono molte restrizioni come l’utilizzo delle mascherine all’aperto, arriva l’app Immuni, il distanziamento sociale e l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale diventano la nuova normalità degli italiani;
  • il 23 giugno 2020 l’Italia segna un nuovo record, positivo: “solo” 113 nuovi positivi in 24 ore, il risultato migliore da quando è esplosa la pandemia. Poi però le cifre sono tornate lentamente a crescere;
  • a luglio la situazione nelle terapie intensive migliora, ma l’allerta resta alta e il Consiglio dei Ministri approva la proroga dello stato d’emergenza fino al 15 ottobre 2020;
  • il 29 luglio è il record positivo per numero di ricoverati in terapia intensiva: 38;
  • il 1° agosto è il giorno migliore in Italia per numero di deceduti da Covid: solo 1;
  • a settembre riaprono le scuole in presenza,
  • a ottobre 2020 in Italia si registra una importante seconda ondata di contagi, che tornano a crescere in modo preoccupante con gli ospedali che tornano a riempirsi;
  • il 19 ottobre arriva un nuovo DPCM con nuove misure restrittive per bar e ristoranti, sport di contatto, scuola e didattica a distanza, smart working. Restano aperte palestre e piscine;
  • il 31 ottobre i nuovi positivi in Italia erano 31.756;
  • il 24 ottobre, con un nuovo DPCM vengono chiuse palestre e piscine, e per le scuole superiori viene incrementato il ricorso alla didattica a distanza;
  • a novembre 2020 l’Italia viene divisa in 3 zone di rischio, con diverse restrizioni che entrano in vigore il 6 novembre, tra le quali il coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina;
  • il 13 novembre l’Italia segna un nuovo picco di 40.902 positivi;
  • l’8 dicembre 2020 è una data storica: avviene la prima somministrazione di un vaccino contro il Coronavirus, a una cittadina 90enne, originaria di Enniskillen, Irlanda del Nord, ospite di una casa di riposo. Il vaccino è quello prodotto da Pfizer BioNTEch;
  • il 18 dicembre 2020 il Governo italiano vara il Decreto Natale, con varie restrizioni volte ad evitare assembramenti e nuovi contagi nei giorni festivi;
  • il 20 dicembre 2020 in Gran Bretagna viene rilevata una nuova variante del Coronavirus e l’Italia decide di chiudere i voli con il Regno Unito;
  • gennaio 2o21 parte in Italia la campagna vaccinale.

Un anno di Covid: conseguenze per imprese ed economia

Oltre agli aiuti arrivati alle imprese, i professionisti e le famiglie dal Governo italiano, il 21 luglio la Commissione Europea trova un accordo per lanciare il Recovery Fund, piano di aiuti volti a finanziare la ripresa economica in Europa. All’Italia sono destinati 209 miliardi di aiuti che serviranno per finanziare i progetti contenuti nel Recovery Plan nazionale, rispettando le indicazioni di Bruxelles. Secondo le stime, la pandemia in Italia ha generato la recessione più grave della storia post bellica:

  • nel primo semestre 2020 il PIL ha subito un calo del -12% rispetto al medesimo periodo del 2019;
  • secondo l’ISTAT, il fatturato delle industrie nel 2020 si è chiuso con un calo del -11,5% rispetto al 2019, il peggior risultato dal 2009;
  • ad aprile 2020 la produzione industriale era scesa di oltre il -40% rispetto all’inizio dell’ anno;
  • i provvedimenti varati dal Governo italiano tra marzo e agosto 2020 hanno stanziato circa 100 miliardi (6,1% del PIL) per aiutare l’Italia a risollevarsi dalla crisi economica;
  • in estate il Paese ha potuto sperimentare una ripresa con il terzo trimestre dell’anno che ha segnato un ritorno alla crescita del +16,1% rispetto al trimestre precedente;
  • il rapporto debito pubblico/PIL è atteso, per la fine del 2021, al 160%, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale;
  • solo il settore alimentare, segnala la Coldiretti, sembra resistere, mantenendo il fatturato sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (-1%), soprattutto grazie all’export che fa segnare il record storico a 46,1 miliardi, in netta controtendenza rispetto agli altri settori produttivi.