Chiusura bilanci 2009: le scritture contabili

di Nicola Santangelo

5 Maggio 2010 10:00

Le principali operazioni contabili necessarie alla chiusura del bilancio 2009

Accantonamento imposte

È sicuramente uno dei bilanci più impegnativi quello che le imprese si trovano a redigere quest’anno, dovendo fare i conti con un esercizio dominato da una crisi economica che ha portato alla contrazione dei risultati economico-finanziari, con un significativo impatto sulle scritture contabili, indipendentemente dall’adozione di politiche di risk management.

L’accantonamento per imposte viene eseguito nel caso vi sia sussistenza di imposte non certe ma solo probabili.

Si immagini la società Alfa SpA che sa di dover subire un accertamento dal quale è probabile possa scaturire un pagamento di imposta. Nel rispetto del principio della prudenza, la società dovrà accantonare l’importo che, in futuro, potrebbe costituire un onere tributario.

Dare: Accantonamento per imposte – 1.000,00
Avere: F.do accantonamento per imposte – 1.000,00

Il conto Accantonamento per imposte è allocato nel Conto Economico all’interno dei Costi straordinari. Il conto F.do Accantonamento per imposte, invece, si trova nel passivo dello Stato Patrimoniale.

Diverso il trattamento contabile da adottare nel caso in cui vi sia la probabilità che l’Agenzia delle Entrate o la Guardia di Finanza possano effettuare accertamenti tendenti a modificare il reddito di un determinato esercizio. In tal caso, è necessario evidenziare la sussistenza del rischio nei conti d’ordine e motivare tale condizione nella nota integrativa.

Dare: Accertamento fiscale -10.000,00
Avere: Agenzia Entrate c/accertamento fiscale – 10.000,00

Crediti

L’articolo 2426 del codice civile prevede l’iscrizione in bilancio dei crediti al presumibile valore di realizzazione. Le perdite su crediti per inesigibilità devono gravare sull’esercizio in cui le perdite stesse si possono ragionevolmente prevedere.

Dare: Accantonamento su crediti – 1.000,00
Avere: Fondo svalutazione crediti – 1.000,00

Fatture da emettere e da ricevere

Il passaggio della proprietà dei beni tra venditore e compratore avviene nel momento esatto in cui l’acquirente prende materialmente possesso della merce. Si immagini ad esempio uno stock di beni partito da Milano il 30 dicembre. La consegna a Catania è eseguita il 3 gennaio dell’anno successivo.

In tal caso, sia il ricavo per il venditore che il costo per il compratore risultano di competenza dell’anno successivo.

Diversamente accade nell’eventualità che i beni siano affidati a un vettore: in tal caso, infatti, per entrambi la competenza risulta essere nell’esercizio di spedizione.

È in queste condizioni che entrano in gioco i conti fatture da emettere e fatture da ricevere, necessari a imputare nell’esercizio in chiusura il relativo costo o ricavo.

Dare: Fatture da emettere – 1.000,00
Avere: Merci c/vendite – 833,33; IVA c/vendite – 166,67

Dare: Merci c/acquisti – 833,33; IVA c/acquisti – 166,67
Avere: Fatture da ricevere – 1.000,00

Immobilizzazioni

Le immobilizzazioni sono beni durevoli, destinati a essere utilizzati ne tempo dal’aziendale. Il loro utilizzo comporta dunque nel medio/lungo termine, un inevitabile deterioramento. Per questo motivo sono coinvolte in un processo di ammortamento in relazione alla residua possibilità di utilizzazione del bene.

L’ammortamento decorre dal momento in cui l’immobilizzazione è disponibile per l’utilizzo o comunque dal momento in cui comincia a produrre benefici per l’impresa. L’immobilizzazione in sé è allocata fra le voci dell’attivo dello Stato Patrimoniale. Il valore da ascrivere in bilancio è dato, oltre che dal prezzo del bene acquistato o prodotto, anche dai costi accessori.

Dare: Software – 5.000,00; IVA c/acquisti – 1.000,00
Avere: Debiti v/fornitori – 6.000,00

Al 31 dicembre, l’impresa attraverso il processo di ammortamento, farà confluire a Conto Economico la quota di competenza dell’esercizio.

Dare: Ammortamento software – 1.000,00
Avere: F.do amm.to software – 1.000,00

Nel caso in cui in corso d’anno si decida di cedere il cespite, l’impresa dovrà contabilizzare la plusvalenza o minusvalenza conseguita.

Interessi passivi e moratoria dei debiti

Le imprese che hanno aderito alla sospensione dei debiti otterranno un effetto positivo visti i notevoli benefici finanziari dell’accordo per le Pmi.

L’accordo prevede il congelamento per 12 mesi del pagamento della quota capitale di mutui e canoni leasing, evidenziato in bilancio attraverso l’indicazione – nello Stato Patrimoniale – delle nuove quote di debito che saranno rimborsate entro uno, tre e cinque anni.

Nota integrativa

La nota integrativa è un elemento che completa il bilancio. È obbligatorio riportarvi ogni informazione relativa a operazioni con le parti correlate (società controllate e collegate), accordi fuori bilancio e comunque qualunque informazione utile alla comprensione del bilancio stesso.

Con il termine accordi fuori bilancio si fa riferimento a patti o atti i cui effetti non risultano dallo Stato Patrimoniale ma che possono esporre la società a rischi o generare benefici significativi, la cui conoscenza è utile per una valutazione della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico della società.

Relazione sulla gestione

Il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori contenente l’analisi della situazione della società e del risultato di gestione, indicando dettagliatamente i principali rischi cui la società è esposta.

Dalla relazione devono risultare: i rapporti con le società collegate, controllate e controllanti, il numero e il valore nominale delle azioni, i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio.

Reddito d’impresa

Il reddito d’impresa dei soggetti che sono ammessi al regime di contabilità semplificata, e non hanno optato per il regime ordinario, è costituito dalla differenza tra l’ammontare dei ricavi conseguiti nel periodo d’imposta e l’ammontare delle spese documentate sostenute nel periodo stesso. La differenza è rispettivamente aumentata e diminuita delle rimanenze finali e delle esistenze iniziali.

Rimanenze finali ed esistenze iniziali

Le variazioni delle rimanenze finali dei beni rispetto alle esistenze iniziali concorrono a formare il reddito dell’esercizio. Secondo quanto disposto dal TUIR, le rimanenze finali sono assunte per un valore non inferiore a quello che risulta raggruppando i beni in categorie omogenee per natura e per valore e attribuendo a ciascun gruppo un valore non inferiore a quello risultante dall’applicazione dell’articolo 92.

Le rimanenze finali di un esercizio nell’ammontare indicato dal contribuente costituiscono le esistenze iniziali dell’esercizio successivo.

Trattamento di fine rapporto di lavoro

Il TFR, riconosciuto al lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, prevede un accantonamento annuale. La disciplina che regolamenta il trattamento di fine rapporto è contenuta nell’articolo 2120 del codice civile.

Al 31 dicembre di ogni anno l’impresa, oltre ad accantonare la quota di competenza, dovrà considerare la rivalutazione del fondo mediante l’applicazione di un tasso fisso pari a 1,5% maggiorato di un tasso pari al 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, accertato dall’Istat, rispetto al mese di dicembre del precedente anno.