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Progetti remoti e team virtuali

di Simona Caracciolo

Pubblicato 8 Febbraio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:37

È risaputo che una delle chiavi del successo nella gestione di un progetto è valorizzare e massimizzare il capitale umano del team portandolo al valore potenziale. Ma come si fa a valorizzare talenti, acquisirne idee e contributi, quando la gestione riguarda collaboratori delocalizzati su più luoghi di lavoro?

Nella vita di molte piccole e medie imprese, è diffusa la necessità /opportunità  di gestire progetti attraverso gruppi di lavoro flessibili, composti di personale in organico e collaborazioni esterne e remote.

Basta pensare infatti ai tanti progetti IT che in virtù della natura stessa dello scopo di progetto, possono essere realizzati mediante un uso massiccio di collaborazioni esterne in telelavoro o collaborazioni interaziendali (associazioni temporanee d’impresa o di scopo, et cetera) a distanza e a carattere internazionale.

I Project Manager impegnati su progetti remoti devono acquisire competenze nuove relative alla gestione di ambienti di lavoro virtuali.

Le principali difficoltà  che si incontrano derivano dalla necessità  di:

  • mantenere alta la qualità  del progetto e la produttività  tra tutti i collaboratori, nonostante le distanze fisiche e le diversità  culturali;
  • lavorare sullo “stesso progetto” in contemporanea e in maniera indipendente;
  • superare le potenziali problematiche “sociali”, derivanti da conflittualità  e ipercompetizione geografica;
  • non perdere di vista le differenze di fuso orario e di linguaggio.

Le chiavi per gestire con successo ambienti di progetto complessi e mutevoli sono:

  • virtual & remote leadership: stilare un piano di comunicazione che consenta di tracciare i progressi e coinvolgere tutti, selezionando con cura i membri del team che possono operare da remoto, affrontando e risolvendo i problemi connessi al gestione delle distanze;
  • comunicazione: potenziare l’uso di strumenti di comunicazione formali e informali che consentano di pianificare con obiettivi collettivi e condivisi a livello di virtual team;
  • “best practice”: creare buone prassi da diffondere nei processi del team per incrementare la produttività ;
  • virtual tecnologies“: affidarsi con fiducia alle potenzialità  del virtual project management e dei più avanzati tool per la remote collaboration.

Ma a questo punto è meglio fare un piccolo test per i Project Manager attuali e potenziali, affezionati lettori di questo blog: quanto vi sentite Pietro, apostolo custode delle chiavi del Regno del Virtual Project Management? Quanto siete padroni di questi strumenti?