Aziende solidali: Payroll e Match Giving per donare ore di lavoro

di Teresa Barone

3 Febbraio 2012 08:00

Fare beneficenza direttamente dalla busta paga donando ore di lavoro a enti no profit: la nuova frontiera della responsabilità sociale delle aziende.

Aziende e responsabilità sociale: promuoverla è compito delle stesse imprese, tuttavia si stanno sempre più diffondendo strumenti finalizzati al sostegno solidale che coinvolgono, in primo piano, sia i vertici aziendali sia gli stessi dipendenti.

Si parla di Payroll Giving e Match Giving, due progetti finalizzati alla raccolta fondi e destinati, rispettivamente, alle aziende e ai lavoratori. Nel primo caso i dipendenti possono scegliere di donare in beneficenza letteralmente “ore di lavoro” mensili, che verranno trattenute dallo stipendio. Nel secondo caso, invece, le imprese hanno facoltà di decidere se versare, a loro volta, una cifra pari al totale devoluto dai dipendenti o anche solo a una parte di questo.

Le donazioni che provengono dalle ore di lavoro dei dipendenti, sia pubblici sia privati, rappresentano una risorsa fondamentale per Onlus, associazioni no profit e altri enti che gestiscono progetti solidali, che in questo modo hanno la possibilità di ricevere “risorse economiche a lungo termine”, come cita la stessa definizione di Payroll Giving pubblicata nel sito ufficiale inglese dedicato a questa metodologia di raccolta fondi (payrollgiving.co.uk), che raccoglie anche una lunga serie di casi studio relativi alle aziende nazionali.

Per i lavoratori che attivano questo sistema di aiuti solidali regolari, inoltre, in Italia è prevista la deducibilità e il rimborso fiscale (detrazione del 19%), ma i vantaggi riguardano anche l’opportunità di partecipare attivamente alla costruzione di un solido valore sociale dell’azienda, che a sua volta ottiene maggiore unione e collaborazione al suo interno. La scelta del numero di ore lavorative da devolvere è sempre libera, e il dipendente ha anche la possibilità di decidere se devolvere i suoi contributi equamente tra i progetti solidali proposti dal datore di lavoro, oppure se distribuirli in modo differente.

È sempre dal sito inglese dedicato al Payroll che si apprendono quali sono i dubbi più comuni tra i lavoratori ai quali viene offerta l’opportunità di sottoscrivere questa forma di donazione regolare: una certa perplessità, ad esempio, nasce per quanto riguarda la durata della cessione, la possibilità di sospenderla in ogni momento e di verificare l’effettiva finalità dei contributi.

Un dubbio che accomuna molti dipendenti riguarda anche l’eventualità di un cambio di lavoro, che in ogni caso farebbe automaticamente interrompere anche il versamento, con l’opzione di riprenderlo alla stipula di un nuovo contratto di assunzione.