I viaggi di lavoro, pur in un momento di crisi come quello che si sta attraversando, rimangono la migliore occasione per acquisire nuova clientela, pertanto, mantenendo un occhio alle spese, ecco che nel 75% dei casi ci si sposta più di tre anni fa. Puntando verso quei mercati che hanno le maggiori potenzialità di sviluppo.
Questi in buona sostanza i dati del report “Business on the move”, commissionato da American Express e realizzato dall’Economist Intelligence Unit, che mette in luce come sia inevitabile, nell’organizzazione del business moderno, ricorrere agli spostamenti in giro per il mondo (che come detto aumentano per tre manager aziendali intervistati su quattro), sia per cercare nuovi clienti, sia per mantenere e consolidare quelli vecchi.
«Il business travel manterrà ugualmente la sua importanza, qualunque sia la destinazione e qualunque siano le condizioni economiche prevalenti» – l’affermazione di Piotr Pogorzelski, Vice President & General Manager Global Corporate Payments di American Express Italia. «Questo perché la stragrande maggioranza dei top manager percepisce un collegamento cruciale tra business travel e successo aziendale».
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E i paesi cosiddetti BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) risultano la meta di viaggio più frequente per il 10% dei business traveller europei, che hanno lì individuato buone prospettive di crescita, con la Cina che ha visto triplicare i viaggi negli ultimi tre anni. Le destinazioni di viaggio più frequentate restano comunque i paesi dell’Europa occidentale, per il 66% degli executive aziendali.