La paura di parlare in pubblico può portare conseguenze spiacevoli, soprattutto quando l’ansia prende il sopravvento e non si ha un adeguato controllo della voce, delle parole e dei movimenti.
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Uno stato ansioso che mette in pericolo l’efficacia del discorso e dà il via libera a una serie di errori, primo fra tutti l’incapacità di stabilire un contatto visivo con gli interlocutori, indispensabile per attirare la loro attenzione.
Molti relatori cadono spesso in un’altra trappola, dimenticandosi di veicolare al meglio il messaggio rendendo gli interlocutori protagonisti del discorso: parlare di chi ascolta, infatti, è la migliore strategia per farsi ascoltare.
Mentre si parla in pubblico è fondamentale controllare gesti e tic nervosi, sforzandosi di esprimere i concetti con entusiasmo ed energia. Uno degli errori più comuni è la scelta di non prepararsi al meglio evitando di provare il proprio discorso, un modo efficace per organizzare i contenuti.
Anche evitare completamente le pause rappresenta un errore causato dall’ansia, ma rischia di destabilizzare gli ascoltatori soprattutto se si desidera fissare concetti importanti: in questo caso, è meglio sottolineare un momento di silenzio all’inizio, immediatamente dopo aver chiarito un punto chiave e in chiusura.
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Non tutti sanno, infine, che terminare un discorso con la classica domanda: “avete quesiti da porre?” non rappresenta una strategia efficace. Se da un lato è doveroso invitare il pubblico a partecipare e fare domande, dall’altro lato la chiusura deve essere sfruttata per rafforzare i punti chiave e motivare il pubblico all’azione.