Lavoro multitasking

di Francesca Vinciarelli

4 Novembre 2016 10:00

Ognuno lavora in modo differente, cosa succede se si parla di multitasking.

Utile e amico del tempo, almeno ne lascia l’illusione, ma si è veramente sicuri che il multitasking sia un alleto e non un nemico?

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Il multitasking permette di operare in contemporanea su più piani, illudendo il lavoratore di fare di più in minor tempo, l’alleato perfetto per ingannare l’orologio che scorre sempre troppo veloce. Intorno al multitasking ruotano falsi miti e false convinzioni, alcuni manager e lavoratori non riuscirebbero a lavorare senza questa abitudine, altri non ci provano e non ci hanno mai provato. Ma i conti sono chiari e molto prevedibili, questa abitudine non aiuta in nessun modo la produttività, abbassa la concentrazione ed inoltre aumenta lo stress e la stanchezza. Le idee e i falsi miti sono stati superati da alcuni studi che hanno dimostrato quanto il multitasking distrugge nel tempo il lavoratore.

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Per fare bene un progetto serve concentrazione, naturalmente se si vuole completare in maniera eccellente. Può essere facile chiamare, mandare un e-mail, salutare un collega e nel mentre vedere il progetto in cui si sta lavorando. Se il lavoratore ha le capacità basilare per completarlo, probabilmente lo concluderà, ma come? Il paragone è abissale tra chi completa un lavoro ricoperto di mille attività e chi lo completa concentrato su una sola attività. Saltare in continuazione da un’attività all’altra fa perdere concentrazione, capacità mnemonica e organizzativa. Per ingannare il tempo serve semplicemente una buona organizzazione ne gioverà il progetto e la propria mente, il multitasking può aspettare.