Se da un lato il coaching aiuta a sviluppare le potenzialità della singola persona dall’altro l’ingegnere reputazionale aiuta a costruire l’identità virtuale di un singolo come di un’azienda. Si tratta di due mondi strettamente connessi perché il profilo virtuale deve riflettere valori reali, quelli costruiti e mantenuti grazie all’aiuto del coaching.
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Il presupposto più importante infatti è che il web rifletta il reale. Nel caso del manager infatti è inutile sforzarsi di costruire un profilo ideale se poi nella realtà le cose stanno diversamente. Si verrebbe smascherati in brevissimo tempo. Da un lato con il coach bisogna trovare la propria strada, capire come essere soddisfatti del proprio lavoro grazie allo sviluppo concreto delle proprie capacità e dall’altro l’ingegnere reputazionale deve mettere in evidenza tali capacità.
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Il suo ruolo è quello di far salire tra i primi risultati le pagine che indichino quelli che sono i reali valori del manager. Non si tratta di manipolare la realtà ma di fare da vetrina di quella che è la propria essenza. Non ci si possono concedere debolezze però, la coerenza, in questo ordine di cose, è tutto. Quando ci si dedica alla costruzione di un personaggio pubblico no si possono avere segreti. Ogni cosa deve essere fatta alla luce del giorno.
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Inoltre no si possono professare alti ideale per poi essere smentiti pubblicamente dai propri dipendenti. Il vecchio detto “predica bene e razzola male” non è concesso. Il manager deve mostrarsi per quello che è, senza puntare troppo in alto se sa di non poter mantenere il livello. A volte però basta poco, fatto bene, per dare una buona immagine di sé. Basta essere reali.