Goldman Sachs chiude il secondo trimestre del 2012 mostrando utili in calo rispetto al medesimo periodo del 2011, con una perdita pari al 12%: il colosso bancario newyorchese ha ottenuto tuttavia profitti per 962 milioni di dollari, con un valore per azione che si è fermato a o 1,78 dollari superando in ogni caso le cifre stimate dagli analisti, che ipotizzavano 1,17 dollari.
Per Goldman Sachs i primi sei mesi dell’anno in corso hanno portato ricavi pari a 6,6 miliardi di dollari, inferiori del 9% rispetto ai valori che avevano caratterizzato la fine del 2011. Nonostante queste cifre non certo entusiasmanti, la banca più famosa a livello mondiale nel campo dell’investment banking continua a salvaguardare il suo primato e a mostrarsi fiduciosa verso il futuro, come si apprende dalle dichiarazioni rilasciate dal CEO Lloyd Blankfein: “Nel corso del secondo trimestre, le condizioni di mercato si sono deteriorate e i livelli di attività dei clienti sono scesi a causa della permanente instabilità dell’eurozona e delle preoccupazioni sulla crescita globale. Ciononostante restiamo concentrati sul rispondere ai bisogni dei nostri clienti, gestendo allo stesso tempo in modo prudente il nostro capitale, la nostra liquidità e i rischi“.
Si tratta in ogni caso di valori in calo che rappresentano l’anticamera di una politica di tagli ancora più ferrea di quella applicata nel 2011, quando andarono in fumo circa 100 posti di lavoro. L’obiettivo principale dell’istituto di credito, tuttavia, è stato reso noto dal Wall Street Journal: Goldman Sachs avrebbe infatti intenzione di dare vita a una propria banca privata promotrice di finanziamenti ai privati e alle aziende. Per superare la crisi finanziaria e recuperare liquidità, infatti, i vertici del Gruppo sembrano volersi spostare verso il private banking concedendo credito alle grandi aziende fino a 100 miliardi di dollari.
Un progetto ambizioso che tuttavia è caratterizzato da limiti ben precisi, primo fra tutti il target di clientela decisamente elevato. Secondo quanto annunciato dal WSJ, infatti, la creazione di una banca privata agevolerebbe l’incremento dei depositi grazie ai finanziamenti a basso costo, tuttavia si tratta di interventi destinati a una cerchia d’elite, tanto che non è prevista né l’apertura di filiali né tantomeno l’attivazione di un sistema di bancomat o carta di credito.