Elsa Fornero crede in Marchionne e nel futuro della Fiat

di Teresa Barone

7 Novembre 2012 08:30

Il Ministro del Lavoro crede in Sergio Marchionne e nel futuro della Fiat in Italia: ancora incerto, tuttavia, il destino degli operai in mobilità.

Critiche alla decisione di mettere in mobilità 19 operai Fiat attivi a Pomigliano, ma anche elogio all’Amministratore Delegato Sergio Marchionne valutato come manager, e potenziale alleato. Il Ministro del Lavoro Elsa Fornero si lascia andare a una serie di giudizi positivi nei confronti del leader del Lingotto, premiato anche per non aver mai espresso pareri negativi contro il Governo.

Le affermazioni del Ministro Fornero, rilasciate nel corso di un incontro con la stampa estera, esprimono l’apprezzamento verso l’operato di Marchionne e la sua capacità di dare un futuro alla Fiat: “Considero Sergio Marchionne un bravo manager. Sono torinese, conoscevo la realtà della Fiat e so che rispetto a precedenti manager ha preso una impresa in gravi difficoltà e le ha dato un futuro“.

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La casa automobilistica ha un futuro anche in Italia, nonostante la crisi del mercato che colpisce tutta l’Europa e la situazione precaria degli stabilimenti nella penisola: per Elsa Fornero si tratta di un’ipotesi plausibile, tanto da intravedere nel manager un potenziale alleato da avere al proprio fianco per contrastare la grave crisi occupazionale del Paese.

La notizia dell’elogio di Marchionne da parte del Ministro del Welfare arriva poche ore prima dell’incontro tenutosi a Pomigliano tra i vertici Fiat e i sindacati (Fim Cisl, Uilm, Ugl e Fismic), finalizzato a trovare una soluzione per evitare il licenziamento dei 19 operai annunciato dall’azienda. Un tavolo di trattative che, tuttavia, non ha portato ad alcun esito definitivo, e che ha visto il Lingotto ribadire la propria posizione.

Secondo l’azienda, infatti, l’unica possibilità per reintegrare i 19 impiegati iscritti alla Fiom – secondo quanto ordinato dalla Corte d’Appello di Roma – è metterne in mobilità altrettanti, una scelta determinata dalla saturazione occupazionale che caratterizza l’impianto di Pomigliano.