Come funziona il cervello del manager

di Barbara Weisz

29 Aprile 2011 15:00

La carta vincente è la flessibilità cognitiva. I ricercatori della Bocconi e i neuroscienziati del San Raffaele studiano il decision maker in azione

In termini molto semplici, ci sono diverse aree del cervello che reagiscono a stimoli diversi e lo fanno attivando modalità differenti. È il modo in cui funziona quest’ultimo meccanismo ad essere molto importante. Ad esempio una situazione di bassa incertezza ambientale viene elaborata come un segnale positivo e innesca una modalità di attenzione che si definisce intensiva (rivolta a miglioramenti dettati dalla crescita di efficienza lungo traiettorie date).

Per contro, un’alta incertezza ambientale innesca una diversa modalità di pensiero, definita estensiva (un’ampia esplorazione di nuovi approcci a problemi meno strutturati), che porta a risultati migliori solo in situazioni instabili. La capacità di passare agilmente e precisamente da una modalità all’altra è la “flessibilità cognitiva”, e l’ipotesi degli studiosi è che i più abili nell’applicarla dovrebbero impiegare più degli altri le aree del cervello coinvolte nel cambiamento di modalità.

La flessibilità cognitiva, insomma, è la carta vincente dei manager e, spiegano i tre studiosi «dovrebbe essere la base della capacità dell’impresa di modificare il modo in cui i problemi vengono elaborati», ma ancor più interessante è «notare che l’analisi della flessibilità cognitiva potrebbe aprire nuove prospettive nella formazione manageriale e imprenditoriale attraverso lo sviluppo di strumenti e tecniche che gli studenti di management e i professionisti possano utilizzare».