Come ricollocarsi sul mercato del lavoro? Quali strategia dovrebbero seguire i manager di alto livello (ma anche di livello medio) che vogliono farsi trovare dai cacciatori di teste per rimettersi in gioco? Posto che non esiste un’unica strada e che ciascuo può fare a modo suo, ecco alcuni consigli dati da una società di head hunter, con sede nel Regno Unito ma uffici in tutto il mondo, Italia compresa.
I guru della Michael Page, azienda con oltre 5mila dipendenti sparsi per il mondo, hanno sottolineato che “cercare lavoro è esso stesso un lavoro”, che pertanto richiede attenzione, metodo e professionalità nell’approccio verso i cacciatori di teste.
Ecco i suggerimenti degli head hunter, che hanno come primo obiettivo quello di permettere ai candidati di mettere a frutto le proprie competenze e il proprio know how, evidenziandoli nel modo giusto.
1 – Imparare a conoscere la forma mentis dei cacciatori di teste, capire che cosa cercano e come operano, e studiare il loro posizionamento nel mercato, ricordandosi sempre che lavorano per l’azienda cliente e non per il manager.
2 – Imparare a costruire delle relazioni interpersonali e un network di contatti con i cacciatori di teste, che possono essere utili nel breve o lungo periodo. Questi professionisti, infatti, puntano molto sulla conoscenza dei candidati, puntano molto sulle referenze e sulle informazioni che riguardano i manager. Pertanto sarebbe utile contattarli periodicamente, per “ricordare che ci siamo e ricordare come siamo. Spesso è inutile – se non dannoso alla propria immagine – insistere nel chiedere che il proprio curriculum venga vagliato e considerato: è preferibile invece segnalare la propria candidatura e fare una breve segnalazione” afferma Maximilian Redolfi, associate director della Michael Page Excutive Search. Purché naturalmente siano in linea con il profilo richiesto da un eventuale annuncio.
3 – Una volta identificati al massimo una decina di cacciatori di teste sul proprio mercato di riferimento, è necessario innanzitutto entrare in contatto con loro in modo proattivo: “Il modo meno efficace è la candidatura spontanea, con semplice invio di curriculum vitae e lettera di accompagnamento. Tali candidature vengono quasi sempre esaminate e inserite nel databse, ma è raro che vengano esaminate a fondo”. E’ pertanto preferibile che un manager risponda a un’inserzione, fermo restando bisogna sempre tenere presente che gli head hunter prediligono candidati che conoscono personalmente e ben referenziati. È anche per questo che gli annunci dove si cercano persone di altissimo profilo sono più rari. Ed ecco l’importanza di costruire un buon sistema di referenze.