In ogni categoria esistono dei punti di riferimento che possono aiutare a migliorare il proprio modo di lavorare. Per quanto riguarda i CEO esiste una classifica che si preoccupa proprio di indicare quali sono i migliori, le cui caratteristiche sarebbero da imitare.
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A stilare la classifica è Sydney Finkelstein, professore di strategia e leadership alla Tuck School of Business di Dartmouth. Secondo lui l’amministratore delegato che si è meritato il primo posto è Jeff Bezos di Amazon il quale ha sfoderato, secondo le parole del professore, «una visione a lungo termine in un periodo in cui gli amministratori delegati vivono nella paura dell’abbassamento dei margini trimestrali». Finkelstein descrive il colosso Amazon come un «incrocio tra UPS, la Public Library di NY, e un magazzino gigante», tutto grazie a Bezos, che è stato capace di trasformare un sito potenzialmente noioso in un marchio sinonimo di stile.
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Il professore continua dicendo che Bezos è «super competitivo, Bezos ambisce a battere i giocatori e le industrie più deboli sul mercato e la sua azienda, che oggi è un colosso, è agile come una startup».
Ma se da un lato Finkelstein elogia un manager dall’altro ne giudica aspramente un altro, come fa da tre anni a questa parte. Infatti è sua consuetudine rendere noti i nomi dei peggiori CEO dell’anno. In vetta alla classifica negativa si piazza Eike Batista della holding brasiliana EBX / OGX / OSX, con le seguenti ragioni: «Eike Batista non ha esperienza manageriale in questo settore, ma è un venditore incredibile che ha convinto gli investitori a sborsare 20 miliardi di dollari. In ultima analisi, ha trascorso più tempo a generare interesse per il progetto che sulla sua esecuzione e ha accusato tutti gli altri quando il titolo OGX e OSX è sceso del 95% nel 2013».