Classifiche ce ne sono tante, e tutte puntano sugli stessi nomi, ponendo sul podio le università americane, ma anche la Bocconi conquista il suo posto nel panorama mondiale.
L’annuale classifica del Financial Times infatti pone la School of Management della Bocconi di Milano al 31esimo nella classifica mondiale, e, considerando solo le scuole per manager europee, si posiziona all’11esimo posto. Un risultato più che ottimo, considerato che le concorrenti sono nomi come Harvard – al primo posto – e Yale – al decimo posto -.
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Avere nel proprio curriculum posti la frequenza delle scuole per manager di alto livello ha una ricaduta diretta sullo stipendio. È stato infatti calcolato che i compensi crescono tra il 90% e il 110% dopo tali frequenze. Nel dettaglio l’84% degli ex studenti della Bocconi riesce a trovare un lavoro entro tre mesi dalla laurea e la loro busta paga si aggira in media sui 83.700 euro. Non così lontano dai valori ottenuti dagli ex allievi della Harvard, infatti l’89% degli ex studenti trova lavoro entro tre mesi e il loro stipendio si aggira intorno ai 130 mila euro. Si è raggiunto quindi un livello molto simile tra Europa e Stati Uniti.
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Considerate le tasse per le migliori scuole di management risulta rincuorante pensare di essere “ricompensati”, come sottolinea Gianmario Verona, direttore del programma Mba della Bocconi: «È un’ottima notizia per i nostri studenti che vedono riconosciuto il valore del loro investimento». I settori che assorbono maggiormente i bocconiani sono leggermente cambiati e se il tradizionale investment banking è in calo, salgono di importanza il settore industriale, quello farmaceutico e il tecnologico