I vantaggi di un lavoro più flessibile e personalizzato sono noti e sempre di più sono le imprese che sperimentano modi di gestire il lavoro in maniera diversa, notandone gli immediati benefici.
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La città di Milano promuove oggi questo tipo di modalità, istituendo la Giornata del lavoro agile. Sono state invitate a partecipare aziende, enti e liberi professionisti che intendono sperimentare il lavoro agile per la prima volta o che ne fanno già uso. La volontà è quella di misurarne la ricaduta sulla città, stabilendo la riduzione delle emissioni di CO2 e il risparmio energetico e valutando i risparmio di tempo dei lavoratori.
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Secondo quanto riportato dal Rapporto dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano del novembre 2012 lo smart working, o lavoro agile, “prevede la riprogettazione congiunta di leve non solo tecnologiche, ma anche di natura organizzativa e gestionale che possono essere raggruppate in tre categorie fondamentali: 1. bricks, ovvero il layout fisico degli spazi di lavoro; 2. bits, ossia la capacità di sfruttare le potenzialità delle tecnologie digitali per il ripensamento dello spazio virtuale di lavoro; 3. behaviours, in termini di stili di lavoro e policy organizzative, cultura del top management e comportamenti delle persone”.
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Regus ha inoltre condotto delle ricerche utili a definire lo sviluppo dello smart working. Dai suoi studi risulta che “gli impiegati ancora legati alla scrivania dell’ufficio rappresenteranno presto una sparuta minoranza ed evidenzia che il 48% di loro lavora già in remoto per almeno la metà della propria settimana lavorativa” e “il 76% delle aziende italiane ha registrato un aumento della produttività a seguito dell’adozione di pratiche di lavoro agile, come la facoltà dei dipendenti di scegliere dove e quando lavorare”.