Il manager tra le paure

di Francesca Vinciarelli

25 Ottobre 2016 09:00

Non solo i lavoratori sono spaventati dal proprio percorso lavorativo la stessa emozione nasce anche per i manager, ecco i motivi.

Un manager deve affrontare durante il percorso della propria carriera diverse responsabilità, riguardanti sia il processo di definizione e sia il perseguimento di determinati obiettivi.

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Diventare manager è un’ambizione comune per molti lavoratori, di conseguenza quando riescono ad ottenere questo ruolo vivono un sogno. Ma tutta la realtà che inizialmente sembra solo positiva, in poco tempo presenta sfaccettature difficili e complesse. Questo perché servono delle capacità ben precise per ricoprire un ruolo così ampio. Ma diventare un manager non significa ottenerle in automatico, ma servono al contrario tempo e pazienza. Tutti i ruoli professionali che comprendono mansioni e responsabilità più ampie, portano dietro anche molto complicazioni, proprio perché le situazioni e gli elementi da gestire sono molteplici e con loro quindi anche le problematiche. Ricoprire un ruolo in cui si hanno le redini sia del successo che del fallimento, porta a vivere anche uno stress emotivo difficile da gestire e che allo stesso tempo può danneggiare anche le prestazioni lavorative. Ovviamente tutto ciò non si presenta solo per i manager alle prime armi, capita anche a coloro che occupano tale ruolo da anni e anni. Se all’inizio si presenta la paura della novità, con gli anni è sempre più accentuata la stanchezza e il peso dell’esperienza, le preoccupazioni di un manager per questo non cessano mai, al contrario di come si possa pensare. Si tende infatti a vedere i ruoli complessi come ambiti lavorativi agiati e più facili.

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Non esiste, ovviamente, una battaglia per decretare il lavoro più complesso, ogni ambiente lavorativo ha le sue difficoltà. Per un manager le preoccupazioni saranno differenti in paragone ad altri lavoratori, ma comunque anche se differenti ci sono. Il manager sia per se stesso che per gli altri deve essere sempre il migliore, deve tenere quasi pari allo zero gli errori e non può avere mancanze evidenti. Sono tutti elementi che non si allontano mai dalla mente del manager, intuibile quanto sia pesante sostenere sia il lavoro, sia la qualità di sé e di ciò che si fa. Inoltre avere una prestazione camaleontica desta preoccupazioni differenti di giorno in giorno, ma non solo, serve anche una continua formazione per rimanere al passo con esigenze e cambiamenti dei lavori. Ma il manager non è da solo, con il tempo va a creare intorno a sé una squadra lavoro. Un lavoro che se fatto correttamente verrà ripagato con considerazione e produttività. Inoltre creare un rapporto sereno con i propri dipendenti, può togliere alcune delle preoccupazioni sopra elencate. Ma non basta fingere di essere un buon manager, serve un reale coinvolgimento per quello che si fa e per quello che si comunica con i dipendenti. Infine il manager deve mettere da parte la convinzione di essere solo, la tecnica vincente è quella di creare un vero e proprio spirito di squadra. Così facendo cesserà la pressione delle preoccupazioni e si creerà una carriera eccellente.