Mentre ancora molti dipendenti dello stabilimento Alcoa di Portovesme sono in fase di protesta in Sardegna e a Roma, all’orizzonte si profila un’altra società che potrebbe essere interessata a rilevare l’azienda Usa. Si tratta della KiteGen Research, impresa con sede vicino a Torino e attiva nello sfruttamento dell’energia eolica.
Il presidente dell’azienda – che è titolare di alcuni brevetti proprio per lo sfruttamento dell’energia del vento – avrebbe manifestato il proprio interesse attraverso una lettera inviata al ministero dello Sviluppo Economico nella quale si lancia l’idea di alimentare con l’energia eolica il 100% del sito dove si produce alluminio, dopo averlo acquisito senza effettuare alcun taglio di personale.
Nella sua comunicazione al dicastero, il persidente Massimo Ippolito sottolinea un elemento importante: nei 15 anni passati di energia sovvenzionata dallo Stato italiano, il contribuente ha speso circa un miliardo di euro.
La tecnologia della KiteGen Research permetterebbe di utilizzare i forti venti esistenti in Sardegna per produrre l’energia necessaria a far funzionare lo stabilimento, mantenendo inalterato il livello produttivo di 150mila tonnellate l’anno. In base ai calcoli effettuati dalla dirigenza, in 2 anni riuscirebbe a ripagare l’investimento effettuato sui generatori di corrente. “Chiediamo di acquisire lo stabilimento di Portovesme alle condizioni precedentemente offerte (alle aziende svizzere Glencore e Klesch, ndr), convertendo parzialmente le previste sovvenzioni in conto energia in puro capitale di avviamento”.
L’azienda acquirente dello stabilimento in Sardegna avrà un obbligo non indifferente: quello di restituire i 300 milioni di euro in aiuti di Stato che Alcoa ha ricevuto in Italia ma giudicati illegittimi dalla Commissione Europea.