Una delle principali novità introdotte nel maxiemendamento sulla manovra approvato al Senato riguarda l’introduzione dei ticket. I tempi sono velocissimi: si inizia già lunedì prossimo, subito dopo l’approvazione della manovra, prevista per domani, e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. C’è un ticket da 10 euro sulle visite specialistiche e le analisi e uno da 25 euro sulle prestazioni del pronto soccorso identificate dal codice bianco.
Trattasi di una misura che chiama in causa le Regioni, che gestiscono la sanità. Potranno decidere se far pagare il ticket ai cittadini, oppure finanziare con le proprie risorse la relativa copertura. Rispetto a quanto previsto dalla precedente versione del decreto, la misura comporta per quest’anno un risparmio di 381 milioni. Sommando tutti i tagli previsti dal decreto, la sanità partecipa alla correzione di bilancio per 8,7 miliardi di euro.
<Adesso bisognerà vedere che cosa decideranno le diverse Regioni.
In realtà, entrambi questi ticket erano già stati previsti dalla Finanziaria 2007, ma di fatto le Regioni nella maggioranza dei casi hanno trovato coperture alternative, non applicando quindi il balzello ai cittadini. A parte la Basilicata, l’unica che non l’ha mai applicato, le altre amministrazioni hanno utilizzato per lo più le risorse statali.
Il testo iniziale della manovra metteva sul piatto 486 milioni di risorse destinate a questo scopo, cifra che ora è scesa a 105. I rimanenti 381 milioni vanno finanziati dalle Regioni, che potranno decidere in che modo intervenire. Sono tre le strade praticabili: finanziare la somma con le proprie risorse, applicare il ticket, decidere di raccogliere i fondi attraverso l’introduzione di altri ticket.
Secondo i dati Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), in realtà tutte le regioni dal 2007 applicano un ticket alle prestazioni specialistiche, fino a un importo massimo di 36,15 euro (che sale in Calabria, sardegna e Campania), prevedendo poi ognuna una serie di esenzioni.