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IVA digitale dal 14 aprile: ok obbligo di fattura elettronica

di Barbara Weisz

27 Marzo 2025 14:10

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La legislazione europea modifica le regole IVA, gli Stati possono disporre l'obbligo di fattura elettrica e l'Italia non dovrà più chiedere la proroga alle autorizzazioni: il Pacchetto VIDA sull'IVA digitale.

La riforma europea dell’IVA digitale permette agli Stati membri UE di prevedere l’obbligo di fatturazione elettronica. Per l’Italia comporta il venir meno della necessità di chiedere costantemente proroghe per continuare ad applicarla.

Il cosiddetto Pacchetto VIDA, che comprende una Direttiva e due Regolamenti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 marzo ed entra in vigore il 14 aprile.

Le novità per la fatturazione elettronica

Le novità fondamentali sono due: gli Stati UE possono stabilire l’obbligo di fattura elettronica (fattispecie prima non prevista dalla Direttiva IVA) e stabilire che l’emissione della e-fattura non sia condizionata al consenso del destinatario. Sono entrambe regole già previste dalla normativa italiana sulla fatturazione elettronica, per cui non ci sono ripercussioni per i contribuenti, ma con l’entrata in vigore di questa riforma il Governo non dovrà più essere autorizzato ad attuarle in deroga alle disposizioni comunitarie.

IVA digitale: cosa cambia con la riforma UE

In termini generali, la Direttiva UE per l’IVA digitale ha l’obiettivo di coordinare le diverse legislazioni nazionali sulla modalità di elaborazione e trasmissione delle fatture elettroniche: i dati da comunicare devono essere gli stessi in tutti gli Stati membri, il formato uniforme, la trasmissione automatizzata alle autorità fiscali deve facilitare i controlli. E’ previsto che vengano messi a disposizione dei soggetti IVA strumenti adeguati per la trasmissione delle fatture, ad esempio un portale pubblico dedicato.

L’IVA europea vuole da una parte adeguare il sistema di riscossione dell’imposta sul valore aggiunto alle nuove modalità dell’era digitale, dall’altra prevenire evasione ed elusione fiscale.

Tecnicamente, significa ridurre il divario dell’IVA, ovvero la differenza fra il gettito previsto in base alla normativa e l’importo effettivamente riscosso.

Il divario IVA: Italia maglio nera

In base agli ultimi dati contenuti nella relazione annuale sul divario IVA nell’UE, il dato 2022 ha raggiunto gli 89 miliardi di euro, intorno al 7% del gettito previsto, in calo rispetto ai 121 miliardi del 2018 ma in aumento rispetto all’anno precedente.

L’Italia, pur con gli obblighi di fatturazione elettronica che sono volti proprio a ridurre l’evasione, resta fra i paesi con il gap più alto, pari al 10,55%, contro una media UE del 6,03%.

I più virtuosi sono Cipro, Irlanda e Portogallo: i primi due sono paesi con tassazioni particolarmente favorevoli il terzo invece ha notevolmente ridotto il differenziale negli ultimi dieci anni grazie a una serie di misure di digitalizzazione, come la fattura e lo scontrino elettronico.

Fra le grandi economie, il dato francese è perfettamente in linea con quello europeo mentre Germania e Spagna hanno un gap più basso della media, fra il 4 e il 5%.