IT Service Management: per traghettare le Pmi oltre la crisi

di Mario Massarotti

Pubblicato 5 Gennaio 2010
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:36

Nell’attuale clima di incertezza economica, le aziende dovrebbero optare per una ridefinizione delle architetture IT che punti a portarle fuori dalla crisi ponendo le basi per un “upgrade” in termini di competitività .

Anche la Commissione Europea si è espressa a riguardo con un proprio rapporto, in linea con un trend secondo cui, in realtà  (come dimostrato dai recenti dati Istat), già  nell'arco degli ultimi due anni l'adozione di tecnologie IT ha interessato molte aziende italiane, indipendentemente dalla loro dimensione.

Le differenze dipendono semmai dalle specificità  delle differenti attività  economiche. I volumi di un'azienda determinano invece le scelte di acquisizione di reti Intranet interne oppure Extranet esterne; soluzioni software per l'accesso ai servizi dedicati alle risorse umane; i sistemi operativi open source; la firma digitale.

Per analizzare l'impatto della crisi economica sulle aziende, tra il dicembre del 2008 e il gennaio del 2009 IBM ha condotto una serie di interviste a responsabili degli investimenti IT in 421 imprese del mondo. Il 61% ha dichiarato che l'attuale clima di incertezza economica è il fattore che più incide sulle priorità  di investimento in ambito aziendale.

In ogni caso non sembrano esserci state significative ricadute sui budget dedicati alle tecnologie IT, anzi la tendenza è di mantenerli invariati perché se i processi chiave del business devono svolgersi senza intoppi, la soluzione deve essere rapida, sicura e immediatamente disponibile, e ciò sembra unanimemente condivisibile.

CIO (Chief Information Officer), direttori IT, CFO (Chief Finance Officer) e altri responsabili di business che curano la gestione degli investimenti IT, ricorrono progressivamente ad una filosofia business-driven anziché technology-driven. Vale a dire, oggi non sono tanto le opportunità  offerte dalla tecnologia a condizionare gli investimenti ma lo sono piuttosto il business, l'efficienza e l'economia dell'impresa.

Nell'ambito della gestione delle emergenze legate alle ristrettezze e al budget, CIO e gli altri responsabili decisionali IT riorganizzeranno le priorità  d'investimento e identificheranno le aree cosiddette ‘imperative’, che se correttamente gestite saranno il cuore pulsante dell’impresa.

Le prime aree così definite, imprescindibili negli ambienti moderni, attengono alla sicurezza e alla compliance. Segue la ‘gestione intelligente' di servizi e sistemi IT, la razionalizzazione degli approcci tecnologici sul piano della convergenza, del consolidamento e della virtualizzazione. Attività  queste ultime che rientrano nel campo di intervento dell'IT Service Management, che IBM concepisce come l'attività  volta a guidare l'organizzazione a “lavorare in modo più intelligente”.

Il service management diventa necessario qualora la struttura si propone di diventare dinamica. E se a ciò segue la gestione di aspetti quali: consolidamento, virtualizzazione, efficienza energetica, asset management, infrastruttura informativa, resilienza del business e sicurezza, i manager IT possono aumentare la qualità  dei servizi di propria pertinenza, abbassare i costi del business e gestire i rischi.

Infine, uno degli aspetti interessanti che emerge dall’approccio IT Service Management è che è possibile pensare ad una progettazione IT che produca gli stessi risultati con un quantitativo di gran lunga minore di servizi IT a tutto vantaggio, tra l’altro, della razionalizzazione del budget e del contenimento dei costi.