Mattarella, sulla strada giusta per la sfida al Covid

di Anna Fabi

Pubblicato 1 Gennaio 2021
Aggiornato 2 Gennaio 2021 08:07

Mattarella: 2021 anno di sfide, Europa memore dei vecchi errori, alleanza internazionale per il vaccino e Recovery Plan i vettori decisivi per vincerle.

La sofferenza ma anche le conseguenze socio-economiche, attraverso l’analisi di quanto avvenuto, per identificare obiettivi e sfide di questo 2021, che «deve essere l’anno della sconfitta del virus e il primo della ripresa». Nel tradizionale discorso di fine anno, il Capo dello Stato Sergio Mattarella parte dalla «difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere» un pensiero augurale, in giorni nei quali «convivono angoscia e speranza», a causa di una pandemia che «mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere». Dare insieme memoria di quello che abbiamo vissuto in questo anno, prosegue il presidente della Repubblica, significa «non chiudere gli occhi di fronte alla realtà».

Sul fronte economico, il Covid 19 «ha acuito fragilità del passato. Ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate di nuove». In particolare, «abbiamo perso posti di lavoro. Donne e giovani sono stati particolarmente penalizzati. Lo sono le persone con disabilità. Tante imprese temono per il loro futuro. Una larga fascia di lavoratori autonomi e di precari ha visto azzerare o bruscamente calare il proprio reddito. Nella comune difficoltà alcuni settori hanno sofferto più di altri». Come affrontare questa realtà? Senza far prevalere la paura, e riuscendo a trasformare le preoccupazioni «nell’energia necessaria per ricostruire, per ripartire». Mattarella sottolinea che «sono in campo interventi europei innovativi e di straordinaria importanza».

Sulla risposta dell’Europa il Capo dello Stato di sofferma parecchio. «Mai un vaccino è stato realizzato in così poco tempo. Mai l’Unione Europea si è assunta un compito così rilevante per i propri cittadini». Per il vaccino si è formata «un’alleanza mondiale della scienza e della ricerca, sorretta da un imponente sostegno politico e finanziario che ne ha moltiplicato la velocità di individuazione». Qui c’è la prima lezione del Coronavirus: «La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi», e ora «a tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di vaccinarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per la sicurezza comune». Mattarella si vaccinerà «appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza». Ma insieme al vaccino, anche altre iniziative dell’Unione Europea sono «vettori decisivi della nostra rinascita».

Qui si inserisce un’analisi che riguarda fondamentalmente la risposta alla crisi economica. «Alla crisi finanziaria di un decennio or sono l’Europa rispose senza solidarietà e senza una visione chiara del proprio futuro. Gli interessi egoistici prevalsero. Vecchi canoni politici ed economici mostrarono tutta la loro inadeguatezza«. Oggi, invece, le scelte dei partner comunitari «poggiano su basi nuove». E questo comporta un richiama alla responsabilità di tutti, quindi delle istituzioni innanzitutto, ma anche «delle forze economiche, dei corpi sociali, di ciascuno di noi».

La sfida fondamentale è il Recovery Plan e la sua «declinazione nazionale» deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse». Il richiamo alla politica è molto chiaro: «non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte». Anche perché l’Italia nel 2020 presiederà il G20, «un’occasione preziosa per affrontare le grandi sfide globali e un’opportunità per rafforzare il prestigio del nostro Paese».

La sconfitta del Covid e l’inizio della ripresa sono sono solo un auspicio, ma «una speranza concreta«. Un concetto che viene rinforzato dal premier: «il nuovo anno deve aprirsi con fiducia, speranza e responsabilità», sottolinea Giuseppe Conte, esprimendo apprezzamento per il discorso di Mattarella, a partire «dall’importante richiamo ad avere memoria di quel che abbiamo vissuto per onorare le vite dei nostri cari e per porre le basi della ripresa».