


Riprende la trattativa per il CCNL dei Metalmeccanici, che si era arenata alla fine de 2024. Federmeccanica e Assistal, le due associazioni datoriali che firma il contratto, hanno convocato i sindacati confederali, Fiom, Fim e Uilm, il 15 luglio a Roma. Era da qualche giorno che si parlava di una possibile riapertura della trattativa, dopo che il 26 giugno scorso, in occasione di un vertice con i sindacati, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, si era definito fiducioso.
Il Contratto Collettivo dei Metalmeccanici riguarda 2 milioni di lavoratori italiani ed è in attesa di rinnovo da oltre un anno. Nel novembre scorso la trattativa si era bloccata a causa del disaccordo di Confindustria sugli aumenti tabellari.
Negli ultimi mesi, Cgil, Cisl e Uil hanno indetto diversi scioperi per convincere la controparte a tornare al tavolo. «La positiva ripresa della trattativa si concretizza grazie alla mobilitazione e alle 40 ore di sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori», si legge in un comunicato firmato dai tre leader sindacali, Ferdinando Uliano (Fim Cisl), Michele De Palma (Fiom Cgil) e Rocco Palombella (Uilm), che prosegue: «il rinnovo del CCNL è necessario per dare stabilità al principale settore industriale del nostro Paese e risposte alle richieste contrattuali avanzate nella piattaforma dalle metalmeccaniche e dai metalmeccanici».
La richiesta dei sindacati, finora non accolta , sarebbe di un aumento salariale pari a 280 euro nel triennio. La piattaforma delle rappresentanze dei lavoratori chiede anche una progressiva riduzione dell’orario di lavoro fino a 35 ore a parità di salario, una stretta sulle causali per i contratti a termine un incremento della formazione.
Federmeccanica e Assistal invece non vogliono inserire nel rinnovo del CCNL aumenti salariali, prevedendo invece una somma una tantum di 700 euro da versare nel giugno del 2026 nelle aziende senza premi di risultato e con un rapporto tra margine operativo lordo e fatturato superiore al 10%, incrementale rispetto all’anno precedente.