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Opzione Donna a un bivio: requisiti, contributi, esclusioni e deroghe

di Noemi Ricci

Pubblicato 21 Ottobre 2021
Aggiornato 27 Febbraio 2022 12:27

Opzione Donna in attesa di conferme per il 2022: analizziamo . requisiti contributivi, i vincoli e le deroghe alle norme ordinarie per poter fare domanda.

Introdotta come regime sperimentale dalla Legge Maroni 243/04, ripresa dalla Riforma Pensioni Fornero 2011 e prorogata dalle ultime Leggi di Bilancio, l’Opzione Donna attende di conoscere il suo destino con la prossima Manovra 2022: al momento, nel Documento programmatico di bilancio approvato dal Governo per il 2022 non vi è traccia né di una proroga, da tanti auspicata, né di una trasformazione in misura permanente, da molti richiesta. Ma è ancora presto per dire l’ultima parola: il dettaglio delle misure sarà indicato soltanto nel disegno di Legge di Bilancio, che non sarà presentato prima di fine ottobre. In base al Dpb 2022, per le misure di flessibilità in uscita («interventi in materia pensionistica per assicurare un graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario») ci sono, in tutto, 601 milioni nel 2022, 451 milioni nel 2023 e 507 milioni nel 2024. In legge di bilancio, si legge nel documento.

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Pensione Opzione Donna: requisiti

Si tratta di una delle possibilità che hanno oggi le lavoratrici del pubblico e del privato di andare in pensione anticipata con uno sconto importante sui requisiti ordinari, ma con assegno calcolato interamente su sistema contributivo e dunque con un taglio sulla pensione fino al 20-30% rispetto alle regole del sistema misto. Vediamo dunque quali sono i requisiti in termini di mesi di contribuzione richiesti, unitamente al raggiungimento di una determinata età anagrafica. Per poter accedere all’Opzione Donna 2021, le lavoratrici devono:

  • essere iscritte all’assicurazione generale obbligatoria (AGO), o ai fondi ad essa sostitutivi o esclusivi (dipendenti del settore privato, pubblico impiego e lavoratrici autonome);
  • essere in possesso di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995;
  • aver compiuto 58 anni le dipendenti e 59 anni le autonome e aver maturato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020.

Opzione Donna: contributivo ad hoc

Da precisare che, nonostante a Opzione Donna si applichi il ricalcolo contributivo dell’assegno previdenziale, l’applicazione del sistema contributivo è limitata alle sole regole di determinazione dell’importo. A differenza di coloro che accedono al trattamento pensionistico in base alla disciplina del sistema contributivo, per le lavoratrici con Opzione Donna non trovano applicazione:

  • le disposizioni sul trattamento minimo;
  • i cosiddetti importi soglia previsti.

Alle lavoratrici con Opzione Donna, inoltre, non si applica il beneficio previsto dall’articolo 1, comma 40 della legge 335/1995 che consente l’accredito figurativo di alcuni periodi legati all’educazione e assistenza ai figli fino al sesto anno di età.

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Opzione Donna: lavoratrici escluse

  • Non possono scegliere Opzione Donna le lavoratrici che abbiano perfezionato il diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata o che siano destinatarie delle salvaguardie per i lavoratori esodati.
  • Opzione Donna non è esercitabile dalle iscritte esclusivamente alla gestione separata o che intendano utilizzarne la contribuzione per perfezionare il requisito contributivo; che vogliano utilizzare il cumulo dei periodi assicurativi.

Opzione Donna: quali contributi sono validi?

Per la valutazione della contribuzione utile per il perfezionamento dei 35 anni sono utili, nel limite di 52 settimane annue, i contributi a qualsiasi titolo accreditati: obbligatori, da riscatto e/o da ricongiunzione, volontari, figurativi, ad esclusione dei contributi accreditati per malattia e disoccupazione alle lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria (dipendenti del settore privato). Per integrare il requisito contributivo richiesto in caso di carriere miste è tuttavia possibile effettuare una ricongiunzione dei contributi ai sensi della legge n. 29/79 o n. 45/90.

Opzione Donna: contributi mensili totali, quanti ne servono?

Dovendo perfezionare i 35 anni di contribuzioni, in termini di settimane lavorative, la pensione con Opzione Donna richiede 1.820 settimane di lavoro con versamenti contributivi, pari a circa 420 versamenti contributivi mensili totali.

Opzione Donna: decorrenza

Ricordiamo che all’Opzione Donna si applica la finestra mobile secondo la quale l’assegno viene erogato dopo:

  • 12 mesi dalla maturazione dei sopra elencati requisiti per le dipendenti;
  • 18 mesi per le autonome.