Esiste un precario equilibrio tra i benefici che gli utenti possono ottenere dalle tecnologie RFID e il potenziale per un uso improprio dei dati che vengono in questo modo generati.
È la conclusione a cui è giunto lo studio “RFID and Identity Management in every day life” condotto da Scientific Technology Options Assessment, un gruppo di ricerca del Parlamento Europeo.
Come aveva affermato recentemente anche Bob Willet, CIO di Best Buy, è necessario convincere i consumatori che l’RFID non è una strategia per acquisire informazioni personali.
Per quanto riguarda il report, si tratta della pubblicazione di un’indagine che è stata realizzata per valutare l’utilizzo della tecnologia RFID nella vita quotidiana delle imprese e dei cittadini europei.
Anche se le conclusioni della ricerca sembrano essere negative, gli studiosi intendono precisare che non si hanno ancora ottime conoscenze in merito all’RFID tali da prevedere un suo impatto futuro.
Come si legge nel report, la maggiore preoccupazione non risiederebbe, in realtà, tanto nella protezione della privacy o dei dati personali, ma piuttosto riguarderebbe più da vicino la creazione di un giusto bilanciamento tra scelta, convenienza e controllo. Problema questo che desta preoccupazione principalmente nelle aziende.
Inoltre, si legge ancora nel report, esistono due tendenze differenti: da una parte ci sono coloro, tra cui i giornalisti, che prevedono uno scenario da “grande fratello”, mentre dall’altra parte ci sono coloro, principalmente i business promoter, che vedono nell’RFID un brillante futuro.
Per la prima categoria le parole chiave sono privacy e sorveglianza. Per l’altra categoria, invece, sono soluzioni, innovazione, efficienza, ROI e usabilità.
Secondo il gruppo di ricerca, per far sviluppare l’RFID sarà necessario aiutare gli utenti finali a capire quali sono i vantaggi che si ottengono utilizzando questa tecnologia. In questo modo, potrebbero acquisire un ruolo chiave nello sviluppo di nuovi ambienti RFID.