Alla Presidenza del Consiglio fervono i lavori per rendere realtà la fatturazione elettronica con cui le PA dovranno pagare le aziende. Sono due i fronti su cui agiscono al momento gli esperti incaricati dal premier Enrico Letta:
- aiutare aziende e PA a essere pronte alla scadenza di giugno 2014. Da questa data, infatti, tutti i ministeri, agenzie fiscali ed enti di previdenza nazionale potranno pagare i fornitori solo tramite fattura elettronica (come stabilito da un decreto di maggio, atteso da quattro anni);
- definire il testo di un decreto attuativo del MEF che estenda l’obbligo a tutte le altre PA, a partire da una data ancora da stabilire. A quanto risulta a PMI.it, nella bozza sarebbe giugno 2015 la nuova scadenza.
A Palazzo Chigi si lavora con una certa solerzia perché la fatturazione elettronica è una delle tre priorità per l’Agenda Digitale (con l’Anagrafe nazionale e l’identità digitale) individuate da Francesco Caio, il commissario designato da Letta. Con tanto di gruppo di lavoro dedicato, con esperti di varie amministrazioni, dell’Unità di Missione di Caio e dell’Agenzia per l’Italia Digitale.
Risparmi e benefici
La fatturazione elettronica è infatti il tassello fondamentale per rivoluzionare la gestione dei pagamenti da parte di aziende e pubbliche amministrazioni. È un fattore chiave, insomma, verso il rilancio dell’economia italiana grazie al Digitale. “La fatturazione elettronica porta a benefici pari a un miliardo di euro l’anno per la PA e altri 500 milioni di euro l’anno per le imprese fornitrici della PA”, spiega Alessandro Perego, degli Osservatori ICT del Politecnico di Milano, che ha condotto una stima su questo ambito. Sono vantaggi immediati “principalmente dovuti a un notevole incremento della produttività del personale, oltre all’abbattimento di altri voci di costo quali quelle legate ai materiali di consumo”, dice Perego. E sono soltanto i risparmi diretti ottenibili con la fatturazione elettronica. Possono diventare 60 miliardi di euro all’anno, se le logiche della digitalizzazione sono estese a tutto il ciclo ordine-pagamento in tutte le relazioni tra imprese. La fatturazione elettronica infatti è l’opportunità, per le nostre imprese, di aggiornare i propri sistemi informatici e quindi essere al passo con l’Europa. Ricordiamo che il grosso del nostro Export è di tipo business-to-business e le altre aziende europee sempre più vogliono interagire con le nostre per mezzo del digitale: perché è un modo più economico e più efficiente. Per la PA italiana, infine, il vantaggio va oltre i meri risparmi perché la fatturazione elettronica diventa finalmente anche un modo per tracciare tutti i pagamenti in uscita in modo certo e completo.
Infrastruttura e roadmap
Per fortuna, è già pronta la piattaforma per la fatturazione elettronica nella PA. È un’unica infrastruttura di interscambio centralizzata (SDI-Sistema di Interscambio della Fatturazione Elettronica PA). Può acquisire le fatture elettroniche da tutti i fornitori e smistarle per via telematica agli uffici destinatari, nelle varie amministrazioni. Il gruppo di lavoro sulla fatturazione elettronica presso Palazzo Chigi adesso sta vigilando sull’attuazione del decreto, chiedendo agli amministratori di presentare una roadmap di adozione (stabilire un indirizzo tecnico per ricevere le fatture e comunicarlo ai fornitori; adeguare i propri sistemi informatici). Sono in partenza, inoltre, programmi per preparare le PMI alla rivoluzione: formazione, assistenza e supporto.
Prospettive
Siamo insomma nella classica fase delicata in cui si cerca di passare dalla norma all’attuazione pratica. In Italia non è mai un momento facile; del resto la fatturazione elettronica sarà una grossa novità per il tessuto industriale e amministrativo italiano, quindi potrebbe essere complicata da digerire. Il Governo sta cercando inoltre di portare questa rivoluzione su tutto il territorio nazionale: l’anno di differenza, tra le due scadenze dei decreti attuativi, potrebbe non bastare per risolvere le grandi disparità che ci sono tra le diverse zone. La fatturazione elettronica sarà però anche un importante passo avanti per recuperare terreno sull’Europa in termini di digitalizzazione. Consideriamolo insomma un banco di prova per l’Italia.