Tener conto dei possibili rischi è il lavoro del risk manager, ma come procede il suo lavoro? Su cosa si basa per analizzare la situazione? Il suo è un lavoro di analisi e controllo continui e tutte le informazioni che raccoglie devono essere incasellate in modo da avere uno storico di quello che accade.
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Per questo avere a disposizione un registro è essenziale per dare vita ad un lavoro ordinato e funzionale. Di solito i registri utilizzati dai risk manager sono costituiti da righe e colonne. La prima colonne contiene il codice e la descrizione del rischio, segue la colonna che riporta le date relative a quando il rischio è stato individuato, quando è emerso, quando è stato analizzato, quando sono state attuate le strategie di risoluzione.
La terza colonna è dedicata alla tipologia di rischio. In questo caso ci si basa su una tabella preesistente che classifica i diversi tipi di rischio che potrebbero accadere in azienda. Seguono la probabilità secondo cui il rischio potrebbe accadere e l’impatto che potrebbe avere su un determinato progetto.
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Questi due ultimi elementi servono per classificare il rischio, dando così una certa priorità a quelli che presentano valori più alti. Nella colonna successiva vengono annotate le eventuali misure da mettere in atto a cui segue la colonna dedicata ad eventuali rischi secondari derivanti dal primo.
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Segue una colonna dedicata alla figura che deve correre a ripari in caso di problema. Altra colonna indica il danno economico del rischio, il costo delle strategie di risposta e degli eventuali rischi residui o secondari. Infine deve essere presente il budget necessario per gestire ciascun rischio.
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