Rispettare l’ambiente per alcuni è un’onda da cavalcare, per altri una filosofia di vita e quindi di lavoro. Resta il fatto che per tutte le imprese è un ottimo biglietto da visita e talvolta permette di avere dei vantaggi.
Finalmente anche l’Italia, seppur con un certo ritardo, ha dato ufficialmente il via al processo di valorizzazione e sponsorizzazione dell’ecosostenibilità, e non solo in ambito pubblico ma anche privato. Il panorama attuale è che le aziende, per mantenere credibilità e mostrare sensibilità ambientale, devono sia proporre prodotti e servizi che rispettino il pianeta, sia essere loro stesse in linea con la CSR (Corporate Social Responsabilità), Responsabilità Sociale d’Impresa.
Mantenere certi standard di sostenibilità richiede, lo abbiamo già detto, un impegno economico e gestionale iniziale che però, a lungo termine ripaga, sia in termini di fidelizzazione, di potenziamento del brand, di soddisfazione del personale, diminuzione di costi e aumento del fatturato.
A sottolineare l’ufficialità della nuova presa di posizione delle aziende nostrane è la classifica pubblicata nel libro Global 100, the most sustainable companies in the world, pubblicato dalla casa editrice canadese Corporate Knights. Dal 2005 la classifica viene annualmente aggiornata e, seppure la mancanza dell’Italia nella lista fosse tristemente evidente, ora possiamo vantare la presenza tra le top 100; segno chiaro della crescita della responsabilità sociale nel nostro Paese.
Nel 2008 le italiane a comparire, in netta minoranza, sono state due società: Atlantia, nel settore dei trasporti, e Saipem, nel campo dell’energia. Accanto ad esse, prevalevano aziende di Paesi come Regno Unito, Stati Uniti e a seguire Giappone e Francia; il 2011, invece ha visto parte della lista solo Intesa Sanpaolo.
Le 100 aziende più sostenibili meritano, secondo la Corporate Knights, di essere riconosciute come modelli dell’arte del possibile, prova vivente di come entità milionarie possano ottenere maggiore ricchezza pur rispettando l’ambiente. Il fine, oltre a quello di incentivare comportamenti responsabili, è quello di promuovere le corporate migliori sotto l’aspetto sostenibile e far sì che vengano riconosciute a livello mondiale: non v’è dubbio che, in un mercato competitivo, e in un momento storico dove la paura per le conseguenze del maltrattamento del pianeta è oramai diffusa, questo tipo di riconoscimento porti feedback positivi sulla reputazione e numerosi vantaggi, come il più facile ottenimento delle licenze.