Entro la fine del 2012 si raggiungerà a livello globale per l’Europa la quota di un miliardo di arrivi internazionali legati al turismo, e che riguarda tutte le tipologie: dal business travel, al congressuale fino al leisure. Un dato positivo, presentato a Madrid, che emerge dall’UNWTO World Tourism Barometer, la ricerca annuale realizzata dall’organismo internazionale delle Nazioni Unite (World Tourism Organization), l’istituzione che si occupa di monitorare e favorire i viaggi nel mondo.
Il turismo internazionale ha toccato nuovi record anche nel 2011, nonostante la difficile situazione mondiale, dati molto incoraggianti se si pensa che il settore concorre alla formazione del 5% del PIL globale, del 6% delle esportazioni e che impiega un lavoratore su 12 nelle economie avanzate e in crescita.
Tutto ciò, nonostante i contesti economici non favorevoli e gli avvenimenti politici in Medioriente e Africa settentrionale, che hanno causato incertezza nel mercato dei viaggi. Nonostante tutto, insomma, il 2011 si è chiuso con un + 4% negli arrivi internazionali, giunti a quota quasi 980 milioni.
A fare da traino a questa espansione è stata certamente l’area Asia-Pacifico, registrando un +6%. Il vecchio continente si è difeso bene, raggiungendo quota 503 milioni di arrivi, con una crescita del 6%, concentrata nell’Europa Centrorientale e del Sud Mediterraneo, spesso scelto come alternativa all’Africa settentrionale.
Tra i visitatori top spender nei viaggi si conferma il ruolo dei BRIC, con Brasile +32%, Russia +21%, India +32% e Cina +38%. Saranno le economie emergenti ad avere le più alte percentuali d’incremento di arrivi nel corso del 2012, con una previsione tra il 4 e il 6%. L’Europa continuerà a crescere, sempre secondo la ricerca condotta, con incrementi percentuali inferiori che si aggirano tra il 2% e il 4%, rimanendo leader come macro destinazione d’incoming a livello globale.
Previsioni quindi positive per l’anno in corso, anche se necessita di una serie d’interventi da parte dei governi al fine di semplificare le politiche di concessione dei visti riducendo i tempi per l’ottenimento. Provvedimenti, che non richiedono investimenti finanziari ma che possono avere un impatto importante sui flussi turistici.