Gli occhi dell’intera Europa, e anche del mondo, erano puntati ieri sera tutti verso Bruxelles: in programma un importantissimo Eurogruppo per decidere definitivamente delle sorti della Grecia. Il risultato è quello che molti si aspettavano: accordo raggiunto, lo Stato ellenico è salvo e aiuti in arrivo per 130 miliardi di euro.
La somma sembra essere ingente, ma infatti viene erogata dopo il recupero dei 325 milioni sul deficit di bilancio 2012 da parte del Governo greco. E che la scorsa notte sia stata veramente la serata decisiva lo si evince anche dalle parole del vicepresidente della Commissione Europea, Olli Rehn, che così commentò la decisione del parlamento greco sul secondo programma: “Le autorità greche e le forze politiche dovrebbero attuare pienamente il secondo programma, al fine di garantire il ritorno del Paese alla crescita economica sostenibile e la creazione di occupazione”.
Anche la diplomazia politica italiana ha fatto la sua parte. Ultima attività è stata la telefonata a tre, Mario Monti-Angela Merkel–Lucas Papademos, avvenuta venerdì scorso in cui, come recitava un comunicato di Palazzo Chigi “Al termine di questo colloquio, dettagliato e condotto con spirito costruttivo, i tre partecipanti si sono dichiarati fiduciosi che lunedì all’Eurogruppo potrà essere raggiunto l’accordo sulla Grecia”. E infatti così è stato, dopo 12 ore di riunioni e accordi bilaterali che, de facto, pone la finanza ellenica nelle mani di Ue, Bce e Fmi che non controlleranno più con cadenza trimestrale l’evoluzione del debito greco ma lo faranno in maniera permanente.
E nel suo intervento al Parlamento europeo riunitosi in sessione plenaria a Strasburgo, Mario Monti aveva ammonito tutti spiegando che in Europa non deve esserci una contrapposizione tra buoni e cattivi ma spirito di coesione e unione: “Non possiamo dimenticare che ci sono delle responsabilità del centro così come della periferia perché è vero che diversi stati della periferia in qualche momento, anche lo stesso Stato che qui rappresento, hanno allentato la disciplina di bilancio, ma non esistono nell’Unione europea, signor presidente e onorevoli colleghi, buoni o cattivi: dobbiamo sentirci tutti corresponsabili sia per le cose fatte in passato sia soprattutto nella costruzione dell’avvenire”.
Intanto si sa che i 130 miliardi di euro arriveranno dalle casse dei Paesi dell’Euro, che tuttavia sperano che una parte di questa somma possa arrivare dal Fondo Monetario Internazionale, in modo da attutire l’impatto sulle casse statali. Alla fine, comunque, i 130 stanziati per Atene si sommano ai 110 che nel 2010 erano serviti per tamponare l’emergenza.
Ma i 130 miliardi in arrivo nelle casse ateniesi non arriveranno in un’unica tranche, bensì in “rate” annuali da qui al 2014, per verificare che anche il nuovo governo che uscirà dalle elezioni di aprile 2012 mantenga la linea di rigore richiesta dall’Eurogruppo.