La Fiat non ha intenzione di chiudere alcuni degli stabilimenti produttivi attualmente attivi in Italia: lo conferma il gruppo attraverso un comunicato stampa che annuncia anche conseguenze legali contro le testate responsabili di aver diffuso una notizia totalmente falsa. La smentita arriva a poche ore dall’annuncio della possibile chiusura di Mirafiori e Pomigliano, diffuso da alcuni articoli di stampa.
Una vicenda che, in poche ore, ha coinvolto i vertici della Fiat ma anche il Ministro Elsa Fornero e la stessa Cgil, chiamata in causa per tutelare i lavoratori attivi negli impianti considerati, anche se erroneamente, a rischio cessazione. La notizia di una possibile chiusura di due degli stabilimenti si è diffusa in seguito a un’intervista rilasciata da Sergio Marchionne, nella quale avrebbe annunciato la scelta del Lingotto di sacrificare due degli impianti nella penisola, precisamente Mirafiori e Pomigliano, ormai diventati inutili e potenzialmente in grado di essere sostituiti con altri siti nei quali verrebbe dirottata la produzione.
Affermazioni che hanno provocato varie interpretazioni e molteplici ragionamenti, portando alla formulazione di un’ipotesi alquanto preoccupante che si è diffusa a macchia d’olio anche sul Web. Se Melfi è considerato il punto vitale della Fiat, fondamentale per la fabbricazione delle utilitarie, anche Cassino corre pochi rischi grazie alla produzione delle auto classificate all’interno del segmento C: i più vicini alla chiusura sarebbero quindi Mirafiori e Pomigliano, nonostante quest’ultimo sia fondamentale per la produzione della Nuova Panda.
Nella nota diffusa dalla Fiat si legge tuttavia che: “Non esiste alcun piano di chiusura di impianti automobilistici in Italia. L’azienda si riserva inoltre iniziative di tutela in merito ad illeciti connessi alla diffusione di notizie o documenti falsi.” Una frase in grado di placare le polemiche nate soprattutto in merito alla possibile chiusura di due stabilimenti considerati fondamentali non solo per l’economia locale, ma anche per l’entità della forza lavoro coinvolta.
Non si fa fatica a comprendere come i vertici della casa automobilistica siano stati invitati a chiarire le loro intenzioni dal Ministro Fornero, la quale ha successivamente dichiarato: “Ho parlato con Sergio Marchionne e John Elkann. Ho avuto da entrambi la rassicurazione che le notizie di stampa circa la chiusura di stabilimenti in Italia sono destituite di fondamento. Sia il presidente sia l’amministratore delegato del gruppo Fiat hanno ribadito che l’impegno assunto verso il nostro Paese è confermato e rafforzato anche dall’operazione Chrysler. Da parte mia ho espresso fiducia verso questo impegno e ho rinnovato l’auspicio che la Fiat possa continuare a rappresentare uno dei principali attori del nostro sistema industriale garantendo almeno gli attuali livelli di occupazione”.