Un 2011 in calo per il sistema congressuale riminese, come mostrano i dati dell’Osservtorio congressuale che ogni anno raccoglie i numeri di questa importante industria che ha cambiato l’economia della città romagnola, allungandone e diversificandone l’offerta turistica, puntando molto sul business travel e sugli eventi aggregativi.
I dati dell’indagine, realizzata dal professor Attilio Gardini dell’Università di Bologna/Rimini Campus Branch su incarico Convention Bureau della Riviera di Rimini, evidenziano anche nel rapporto per l’anno 2011 la tendenza strutturale di crescita del sistema congressuale locale nel periodo 2004-2011 (+36,87%). Questo dato positivo risalta ancora di più se confrontato con quello nazionale, che nello stesso periodo di tempo ha subito gli effetti della crisi economica ed è calato del 6,8%.
Ma lo scorso anno la crisi si è fatta sentire anche qui, visto che il consuntivo registra 6.649 eventi ospitati con una diminuzione del 4,15% rispetto al 2010, ma 1.329.672 partecipanti (+12,45%) e 2.518.298 giornate di presenza congressuale (-7,26%). Sebbene infatti la fase recessiva abbia portato ad una riduzione del numero di manifestazioni organizzate e della loro durata, l’aumento della dimensione media (+16,60%) e la crescita degli incontri e delle presenze internazionali (rispettivamente del +3,6% e del +12,45%) ne hanno ridotto considerevolmente l’impatto portando a valore positivo il numero dei congressisti ospitati, con beneficio su tutta l’economia.
Nella seconda parte del 2011 è stato inaugurato il nuovo Palacongressi, che ha cambiato radicalmente la struttura dell’offerta congressuale di Rimini e provincia contribuendo in maniera rilevante ad aumentare la capacità di ospitare grandi manifestazioni.
A contribuire maggiormanete sulla diminuzione del numero di eventi è stata la forte contrazione della domanda interna (-13% degli eventi a carattere nazionale e -3,4% di quelli regionali), che mette in luce la specificità italiana della crisi. Malgrado ciò, le aziende continuano ad investire nel settore e il corporate si conferma il principale cliente della Riviera: il 63,6% degli incontri organizzati è rappresentato da convention. A seguire – con un forte distacco – i convegni a carattere politico (21,1% del totale), scientifico (7,1%) e associazionistico (8,2%).
Le ragioni della tenuta del “sistema riminese” – sempre secondo il prof. Gardini – stanno nella strategia d’investimento in strutture di elevato profilo e nei progetti di promo-commercializzazione che hanno migliorato la competitività della destinazione e il suo posizionamento all’estero, trainando in questo percorso le imprese più dinamiche della filiera.