Il D-day di Facebook è arrivato con il debutto ufficiale al Nasdaq, la Borsa telematica americana Svelate ieri dall’azienda le condizioni economiche di questo ingresso: il prezzo al pubblico dei 421.233.651 proprie azioni ordinarie è stato fissato a 38 dollari ciascuna sotto il simbolo Nasdaq “FB”.
Il numero uno di questo social network che si avvicina al miliardo di utenti, Mark Zuckerberg, spiega che offre in prima persona 180.000.000 di azioni ordinarie di Classe A mentre gli azionisti mettono a disposizione 241.233.615 azioni ordinarie sempre di Classe A. La chiusura dell’offerta è prevista per il prossimo 22 maggio. Inoltre l’azienda spiega che è stato concesso ai sottoscrittori un’opzione ulteriore di 30 giorni per l’acquisto fino a 63.185.042 di ulteriori azioni ordinarie di Classe A (over-allotments).
Sono passati alcune settimane da quando Zuckerberg mandò in allegato alla SEC, insieme alla documentazione necessaria per lo sbarco a Wall Street, una lettera in cui spiegava la mission dell’azienda. In un passaggio, il fondatore di Facebook così scriveva: “Pensiamo che il sistema dell’informazione globale dovrebbe assomigliare a un grafo sociale – una rete costruita dal basso o da pari a pari – piuttosto che alla struttura monolitica, dall’alto verso il basso, che è esistita fino a oggi. Riteniamo inoltre che dare alle persone il controllo su ciò che essi condividono sia un principio fondamentale di questa riscrittura. Finora abbiamo già aiutato più di 900 milioni di persone a definire più di 100 miliardi di connessioni, e il nostro obiettivo è quello far sì che questa riscrittura acceleri. Speriamo di migliorare come le persone si collegano alle imprese e all’economia”.
Intanto uno studio Deloitte ha mostrato quale sia il valore generato da questa azienda nel mercato nazionale ed europeo: in Italia, si è calcolato che generi un fatturato annuo di 2,5 miliardi di euro e che dia lavoro a 34mila persone. Numeri di poco inferiori a quelli generati invece in Gran Bretagna e Germania, dove il fatturato è di 2,6 miliardi. Considerando invece l’intera Unione europea, Facebook nel 2011 ha generato 15 miliardi di euro e ha dato lavoro a 230mila persone. Tutte queste cifre riguardano l’indotto generato dall’azienda di Cupertino, che vede pertanto giustificato un valore borisstico di 100 miliardi di dollari.