Dal 2004 al 2011 il numero degli imprenditori in Italia ha subito un calo del 42,4%, una percentuale scaturita dalle rilevazioni Istat che hanno monitorato la situazione lavorativa di questa categoria professionale, gravemente colpita dalla crisi economica. Con una riduzione da 402mila a 232mila unità, infatti, gli imprenditori nella penisola risultano quasi dimezzati, così come la capacità di investire e portare avanti un’attività in proprio.
Secondo quanto scaturito dai report Istat, infatti, non solo la maggior parte degli imprenditori deve scontrarsi con le difficoltà legate alla crisi, alla carenza di liquidità e all’accesso al credito, ma le cifre relative a coloro che vengono definiti “Gestori e organizzatori d’impresa che prevalentemente non partecipano al processo produttivo“, in modo da distinguerli dai lavoratori autonomi, mostrano un crollo netto anche nel corso dell’ultimo anno, con ben il 9% di occupati in meno rispetto ai 12 mesi precedenti.
I dati Istat sono basati sull’analisi delle condizioni lavorative degli imprenditori occupati con più di 15 anni di esperienza alle spalle, a capo di imprese appartenenti a vari settori e con almeno un dipendente assunto all’interno dell’azienda. L’indagine dell’Istituto non ha tenuto conto, infatti, dei liberi professionisti, inglobando solo le cifre relative agli uomini e alle donne titolari di una o più imprese con personale a carico e non, invece, i soci delle cooperative o i collaboratori coinvolti nei processi produttivi.
Tra il 2008 e il 2011 il calo è stato pari al 18,6%, percentuale che mostra una riduzione progressiva e un restringimento della categoria avviatosi ancora prima che la crisi economica facesse sentire i suoi primi segnali. Per quanto riguarda la disparità tra le diverse zone della penisola, invece, sembra che siano le regioni del Nord e del Centro Italia a essere maggiormente segnate dalla forte riduzione del numero di imprenditori residenti e attivi nel territorio, sebbene le percentuali diffuse dall’Istat mostrano un lieve distacco: più precisamente, meno 45,5% e 46,1% rispettivamente nelle zone settentrionali e centrali, e meno 33,6% al Sud.
Più interessanti le percentuali relative ai due sessi, che evidenziano come la componente di donne imprenditrici sia ancora notevolmente inferiore al sesso forte, con solo il 19,6% rispetto alla media nazionale. Se gli uomini imprenditori sono calati da 320 mila a 187 mila unità, per le donne si parla di un calo da 82 mila a 45 mila.