Il bollettino mensile diffuso dalla Banca Centrale Europea riporta dati allarmanti sull’occupazione nell’Eurozona: sono 4 milioni i posti di lavoro persi dal 2008 a oggi, più precisamente dall’inizio della crisi economica fino alla fine del primo trimestre 2012.
Si tratta di dati allarmanti che mostrano come, dal primo trimestre del 2008 al primo del 2010, il tasso di occupazione nella zona Euro abbia subito un calo pari all’1,7%, con una perdita di posti di lavoro che ha toccato da vicino il settore edile e quello manifatturiero.
Secondo la Bce, inoltre, i più colpiti dalla crisi sono stati i lavoratori appartenenti alle fasce di età più giovani, come anche i lavoratori non qualificati, mentre sono cresciuti anche se in modo limitato gli occupati over 50, probabilmente grazie alle numerose riforme pensionistiche attivate in alcuni Paesi per “favorire la permanenza dei lavoratori più anziani nel mondo del lavoro“.
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Il consiglio Bce, inoltre, ha annunciato l’imminente acquisto dei titoli di Stato dei Paesi più in crisi, mentre arrivano anche cifre positive per quanto concerne lo spread in Italia e Spagna, dove si è registrato un calo superiore ai 100 punti base, sebbene in Grecia la riduzione abbia raggiunto i 400 punti base. L’obiettivo primario dei Paesi dell’Eurozona è tuttavia quello di potenziare la competitività, e per ottenere questo scopo sono necessarie profonde riforme dei mercati del lavoro (sebbene il costo del lavoro abbia subito un calo sensibile) come anche nell’ambito dei beni e servizi.
La Bce, inoltre, afferma che le riforme “sono altrettanto essenziali del risanamento dei conti pubblici e delle misure tese a migliorare il funzionamento del settore finanziario“.