Per potenziare la produttività in Italia la strada da percorrere prevede l’introduzione del demansionamento nei contratti di lavoro, l’aumento degli orari e notevoli tagli ai permessi dei dipendenti: questo quanto affermato dalle associazioni datoriali e presentato all’interno della bozza alla base del documento per la produttività.
Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese e Alleanza Cooperative, quindi, sembrano aver messo nero su bianco la strategia delle aziende per favorire lo sviluppo del Paese, la fine della recessione e l’incremento del Pil: un piano, per il momento, reso noto solo alle sigle sindacali sebbene se ne conoscano già alcuni estratti significativi.
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Per quanto riguarda la legalizzazione del diritto dei datori di lavoro di demansionare i dipendenti, le associazioni esortano i sindacati a prendere in considerazione i vantaggi di tale disciplina dal punto di vista produttivo. L’attuale normativa consente alle aziende di assegnare ai lavoratori mansioni equivalenti o superiori a quelle svolte in precedenza, mentre con il documento si chiede “la modifica della vigente disciplina legale affinché affidi alla contrattazione collettiva la possibilità di definire il concetto di equivalenza e di prevedere l’assegnazione a mansioni inferiori”.
I datori di lavoro chiedono inoltre a Governo e Parlamento di intervenire anche sulla normativa relativa agli orari di lavoro, proponendo un effettivo incremento dei tempi al fine di agevolare la crescita produttiva. Una richiesta accompagnata da quella che tocca da vicino i permessi concessi ai lavoratori, come si legge nella bozza: “È opinione condivisa che si possa intervenire sulla disciplina di alcuni istituti, come quello relativo ai permessi a vario titolo concessi. In questa prospettiva le parti considerano altresì opportuno adottare forme più stringenti di controllo, per evitare ogni possibile abuso“.