I Garanti della UE bocciano le nuove normative in materia di privacy messe in atto da Google: l’azienda è accusata di non tutelare abbastanza gli utenti europei, e di non attenersi alla direttiva sulla protezione dei dati personali stabilita dall’Unione Europea.
Secondo la nuova privacy unificata, infatti, Google è in grado di incrociare un’enorme quantità di dati relativi agli utenti che utilizzano uno qualsiasi tra i servizi messi a disposizione online, quindi Gmail, Google Maps e lo stesso YouTube.
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Una combinazione di dati utilizzata dall’azienda Web spesso senza previo consenso degli internauti, senza una adeguata informazione di supporto e con la possibilità di conservare le informazioni a tempo indeterminato: la lettera di richiamo inviata alla big “G”, inoltre, è stata siglata da tutti i presidenti delle autorità per la protezione dei dati personali della UE. I Garanti chiedono quindi ai vertici dell’azienda di modificare la normativa e adottare in tempi brevi nuove regole consone alle linee guida europee, a partire dall’inserimento di un’informativa sulla privacy all’interno di ciascun servizio, chiarendo in modo preciso come avviene la combinazione delle informazioni degli utenti favorendo il controllo.
Il responsabile dell’autorità italiana, Antonello Soro, sottolinea gli impegni che il motore di ricerca deve sottoscrivere per la tutela degli utenti: ”Google tratta i dati di milioni di utenti sparsi nel mondo, i quali non sempre sono consapevoli dell’uso che viene fatto delle loro informazioni personali. Per questo è indispensabile che operi in modo corretto e nel rispetto dei diritti fondamentali, così come riconosciuti dall’Unione europea”.
Nessuna ammissione di colpa è arrivata, per il momento, dai vertici Google. In una nota ufficiale, tuttavia, il global privacy Counsel Peter Fleischer ribadisce l’impegno dell’azienda verso la tutela degli utenti: “Le nostre nuove regole sulla privacy dimostrano il nostro impegno costante nel proteggere le informazioni dei nostri utenti e nel creare prodotti utili. Abbiamo ricevuto il rapporto e lo stiamo esaminando in queste ore. Siamo fiduciosi che la nostra informativa sulla privacy rispetti la legge europea“.