Terzo trimestre 2012 in perdita per Ubs, risultato che potrebbe portare la banca svizzera a mettere in atto una catena di licenziamenti nelle varie sedi a livello mondiale. Si parla del taglio di 9500 posti di lavoro entro il 2015, una decisione che provocherebbe una delle più cospicue riduzioni del personale nel settore bancario dal 2008 a oggi.
Obiettivo di Ubs è infatti ottenere un risparmio di risorse fino a 5,4 miliardi di euro nell’arco di tre anni, effettuando massicci tagli fino a ridurre il personale da oltre 63mila a 54mila unità. L’ultima trimestrale ha messo in evidenza perdite nette fino a 2,2 miliardi di franchi, pari a circa 1,8 miliardi di euro, cifra che contrasta notevolmente con i 425 milioni di utili registrati nel trimestre precedente, senza considerare che lo stesso periodo del 2011 aveva portato a un utile di oltre 1 miliardo.
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Per limitare i costi, inoltre, il piano di ristrutturazione elaborato da Sergio Ermotti prevede anche il blocco delle attività più rischiose finora portate avanti dall’istituto di credito, tra le quali si inseriscono sia l’abbandono di alcuni business sia le operazioni sul reddito fisso, mentre è prevista una maggiore concentrazione verso l’Investment Bank. A tal proposito è la stessa nota ufficiale diffusa da Ubs a mettere in evidenza la nuova strategia per il futuro: “A seguito dell’azione netta che abbiamo annunciato per accelerare la nostra strategia, prevediamo di registrare oneri di ristrutturazione pari a circa 500 milioni di franchi nel quarto trimestre. Considerando la flessione dei ricavi di Investment Bank, dovuta all’uscita da alcune linee operative, le attuali aspettative riguardo l’impatto di tali misure sul nostro merito creditizio indicano che riporteremo molto probabilmente una perdita netta di competenza degli azionisti Ubs nel quarto trimestre, malgrado gli utili conseguiti con le nostre attività di wealth management, Reatil & Corporate e Global Asset Management“.
Le previsioni per i prossimi mesi non sono pessimistiche, tanto che i vertici della banca auspicano conseguenze positive per il nuovo piano strategico, in grado di garantire un “successo di lungo termine per la banca in un contesto economico e normativo radicalmente mutato“.