Sequestro preventivo di beni immobili e partecipazioni societarie, per un valore complessivo di 65 milioni di euro: questo quanto deciso dalla Guardia di Finanza di Milano ai danni del Gruppo Marzotto, accusato di evasione fiscale successivamente alla cessione della Valentino Fashion Group.
Secondo le accuse mosse contro la Casa di Moda, alcuni membri della famiglia Marzotto e Donà delle Rose avrebbero utilizzato parte della plusvalenza ottenuta dalla vendita della Valentino FG per portare avanti investimenti nelle isole Cayman. A gestire le operazioni sarebbe stata una holding con sede in Lussemburgo, ma realmente situata in suolo italiano e necessaria per evitare gli adempimenti fiscali. Il sequestro dei beni coinvolgerebbe 13 persone in totale, accusate appunto di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e degli immobili, nonché dei terreni e delle partecipazioni societarie a loro collegate.
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Secondo gli accertamenti del fisco, infatti, l’evasione si riferirebbe a una plusvalenza scaturita dalla cessione di partecipazioni societarie per un valore di circa 200 milioni di euro, sulla quale il Gruppo della Moda avrebbe dovuto pagare un’imposta di oltre 65 milioni di euro.
A poche ore dalla diffusione della notizia relativa al sequestro, il Gruppo Marzotto ha reso nota una prima dichiarazione ufficiale attraverso il Presidente Antonio Favrin: “Il gruppo Marzotto non c’entra nulla con questa vicenda, siamo un’azienda che produce tessuti e con il fisco non abbiamo nessun problema“.
Secondo i legali dell’azienda tessile si tratterebbe quindi di un abbaglio della procura: “In merito al sequestro operato dalla Procura di Milano in relazione a una asserita evasione fiscale nei confronti di alcuni esponenti del gruppo Marzotto si rileva come tale decisione sia del tutto infondata. Vi sono già agli atti numerose consulenze e precisa documentazione attestanti l’avvenuta regolarità delle operazioni compiute, assolutamente appalesate al mercato e alle autorità di controllo.”