Il CIDA, la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale quasi un milione di dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato, vuole sollecitare la politica al rinnovamento, per meglio affrontare i cambiamenti in atto. E lo fa inviando una lettera direttamente ai principali leader politici, che saranno poi incontrati durante questa settimana.
Nella lettera, che ha come titolo proprio “L’Italia che vogliamo”, il Presidente Silvestre Bertolini segnala come punti strategici: «Il rinnovamento di Italia e Europa per affrontare i mutamenti in atto; investimenti in capitale umano e intangibile per costruire la società della conoscenza; centralità di lavoro, qualità e merito; competenza e rinnovamento delle classi dirigenti».
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«L’Italia che vogliamo – continua Bertolini – che tutti noi italiani pretendiamo per noi e i nostri figli, ha le sue priorità di intervento in: competitività aziendale, welfare, sanità, fisco, riforma della Repubblica e della PA, Istruzione, Università e Ricerca. L’Italia che vogliamo ha bisogno di più manager e cultura manageriale».
Il tutto dando la massima importanza al merito e alla competenza. «La prima riforma e rivoluzione che vogliamo è limitare l’influenza e l’azione della politica e scegliere manager pubblici per meriti e competenze, valutandoli sui risultati per la collettività. Come MPS, e molti altri casi tipo Finmeccanica ecc., ci insegnano».
«I soldi che servono vanno recuperati da tagli ai costi della politica, agli sprechi della spesa pubblica, dal recupero dell’evasione e poi da una crescita che non possiamo più rimandare. Ma per favore basta tasse e balzelli su chi, soprattutto dipendente o pensionato, fa già il suo dovere di cittadino sino in fondo. I manager vogliono impegnarsi per il bene comune integrando la loro professionalità con la gestione della politica, con rinnovata “attenzione” e “partecipazione” alla res publica».
Per questo Bertolini chiede alla politica risposte chiare ed impegni precisi, e promette un attento monitoraggio dopo le prossime elezioni. Si valuterà l’operato di «chi vincerà le elezioni 2013 e avrà il compito di mantenere le promesse nell’arco dell’intera legislatura. Il controllo sarà molto stringente e serrato, con un serio fact checking».