Imu, discussione rinviata per le imprese

di Chiara Basciano

16 Maggio 2013 09:30

Il Consiglio dei Ministri si concentrerà sul rinvio dell?Imu sulla prima casa, rinviando la questione delle agevolazioni per i capannoni delle imprese

Nonostante le richieste da parte del mondo delle imprese, il Consiglio dei Ministri di domani 17 maggio si concentrerà sul rinvio dell’Imu sulla prima casa e sul rifinanziamento della cassa integrazione straordinaria per il 2013, senza affrontare la questione delle agevolazioni per i capannoni delle imprese, invocata a gran voce in una lettera inviata da R.ETE. Imprese Italia al Presidente Letta.

Nella lettera si sottolinea come: «La prima ed immediata emergenza per le imprese del terziario di mercato, dell’artigianato e dell’impresa diffusa è quella di sospendere l’imminente pagamento di giugno della prima rata dell’Imu sugli immobili strumentali delle imprese, compresi, naturalmente, alberghi e negozi, così come annunciato per l’abitazione principale. Chiediamo, pertanto, che tale misura venga approvata subito nel prossimo Consiglio dei Ministri perché questa scadenza fiscale, insieme al previsto aumento di un punto percentuale dell’Iva ed al debutto della Tares, sarebbe esiziale per questo sistema di imprese».

Le imprese, insomma, sottolineano come «la via “obbligata” sia quella di attenuare l’impatto della pressione fiscale su queste imprese, molte delle quali hanno chiuso o si troveranno nella condizione di doverlo fare nei prossimi mesi». Eppure, a quel che sembra, la discussione sulla tassazione degli immobili di impresa sarà rinviata ed affrontata nei primi 100 giorni di governo.

La Camera ha invece approvato il ddl di conversione del decreto legge per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione, con la palla che passa adesso al Senato. Ma le imprese ancora una volta sottolineano l’inadeguatezza del testo, che mostra «più attenzione alle esigenze della burocrazia contabile piuttosto che a quelle delle migliaia di imprese creditrici del terziario di mercato, dell’artigianato e dell’impresa diffusa che sono ormai sull’orlo del collasso». «Nel testo approvato oggi (ieri NdR) – si legge – non vi è traccia di quel principio di compensazione che R.ETE. Imprese Italia ha sempre ritenuto come una imprescindibile clausola di salvaguardia per far ottenere alle imprese quanto dovuto indipendentemente dal pieno ed omogeneo adempimento da parte delle pubbliche amministrazioni ai meccanismi previsti dal decreto».