Il Garante della Privacy ha disposto il blocco delle 35mila lettere stilate dall’Agenzia delle Entrate e pronte per essere inviate ad altrettanti contribuenti individuati attraverso il nuovo redditometro. Dopo le varie sentenze responsabili di aver giudicato illegittimo questo strumento di controllo fiscale, è la stessa Autorità per la tutela dei dati personali a palesare alcuni nodi ancora da sciogliere.
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Il garante fa riferimento, innanzitutto, alle modalità con cui sono stati definiti i profili dei contribuenti, indagando sul sistema di raccolta delle informazioni che hanno consentito di ricostruire il database delle spese effettuate in un determinato arco temporale.
Numerosi dubbi persistono, inoltre, riguardo la tipologia di dati forniti dall’Anagrafe Tributaria per tracciare il profilo fiscale del singolo contribuente, nonostante la circolare diffusa dalle Entrate abbia affermato che l’elenco dei cittadini sottoposti a verifica sia stato compilato sulla base di elementi certi (vale a dire derivati dalle dichiarazioni dei redditi compilate dagli stessi contribuenti).
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Sarà necessario attendere fino alla metà di ottobre per conoscere la decisione del Garante e l’eventuale sblocco delle lettere indirizzate ai “potenziali evasori”.