Si delineano in maniera sempre più definita le linee guida della riforma della Pubblica Amministrazione annunciata dal Governo Renzi, novità che riguardano da vicino le cariche dirigenziali e, soprattutto, i benefici goduti finora almeno per quanto riguarda la longevità e sicurezza degli incarichi.
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Sarà probabilmente un disegno di legge a varare nel dettaglio le misure della riforma nel corso del Consiglio dei Ministri del prossimo 13 giugno, tuttavia dal Premier arrivano nuovi particolari volti a tracciare i contorni della riforma del pubblico impiego:
«Siamo oggi molto lieti di poter offrire all’attenzione un ulteriore tassello della sistematica operazione di cambiamento del paese e che sta rispettando tutte le scadenze che ci siamo autoimposti per arrivare ad oggi con la proposta del governo sulla riforma della Pubblica Amministrazione».
Per quanto concerne i dirigenti, sarà possibile licenziare i funzionari che restano privi di incarico oltre un termine prestabilito. Potrebbero inoltre essere abolite le divisioni tra prima e seconda fascia con l’introduzione di un modello unificato della dirigenza, mentre a subire una riorganizzazione sarebbero anche le scuole di formazione attive al momento.
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Nei progetti del Governo anche la nuova applicazione di criteri meritocratici per stabilire le retribuzioni dirigenziali.