Il dipendente che accumula un numero notevole di assenze dal lavoro può essere licenziato anche se non oltrepassa i limiti del “periodo di comporto“.
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Il licenziamento, infatti, può essere deciso dal datore di lavoro anche nel caso in cui le assenze siano “programmate”, risultato di giorni di ferie, malattia e riposi.
La Corte di Cassazione, infatti, ha giudicato legittimo il licenziamento di un lavoratore reo di aver messo in pratica quello che da oggi può essere chiamato ufficialmente “assenteismo tattico“.
Nello specifico, il dipendente protagonista della sentenza era solito unire i giorni di ferie alle giornate di riposo o malattia, accumulando circa 530 ore di assenza in un anno e creando non poco malcontento in ufficio, colleghi compresi.
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Un comportamento che, secondo la Suprema Corte, ha avuto come conseguenza anche il calo del rendimento e della produttività del dipendente.